Le citazioni più belle del ragionier Ugo Fantozzi

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Redazione BookToBook
04 Lug 2017

Fantozzi, il primo libro di Paolo Villaggio che raccoglie le storie del personaggio (precedentemente pubblicate su L’Europeo), arriva in libreria nel 1971 e diventa un successo da un milione di copie. Oggi lo trovate nella raccolta Fantozzi, Rag. Ugo, che include anche Il secondo tragico libro di FantozziFantozzi contro tutti. La raccolta comprende alcuni scritti di Stefano Bartezzaghi, preziose riflessioni sulla lingua e sulle opere di Paolo Villaggio. Ecco alcune delle citazioni più belle, tratte da questo volume.


Le citazioni più belle del ragionier Ugo Fantozzi


È il 1° giugno del 1940, data che certamente molti di voi ricordano, «Lui» aveva parlato alle cinque di sera dallo storico balcone, dichiarando guerra a tutti. E forse non aveva il De Agostini sottomano. Perché bastava che lo avesse aperto a caso alla voce USA, Stati Uniti d’America, automobili prodotte in un anno: ottanta milioni! Era questa una misura molto indicativa anche per il numero di possibili carri armati. Non aveva il De Agostini a casa!

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Fantozzi nella sua stanza stava quasi tentando una lezione di vita a un gruppetto di colleghi. «Noi siamo una casta privilegiata! Baciate queste scrivanie benedette che sono il simbolo della vostra fortuna, e soprattutto guardate come vivono tutti gli altri disgraziati… Avanti, su… Ditemi come vivono!» «Ma cosa diavolo dice. Proprio lei che è infognato qua dentro da dodici anni con uno stipendio da fame» replicò Filini quasi minaccioso. «Ma non vede che è calpestato da tutti?» «Io?» Fantozzi aveva un’aria incredula.

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Il Dott. Ing. Grand Farabutt. Pier Matteo Barambani capo dell’UFERDS (Ufficio Furti e Riciclaggi Denaro Sporco) era uno degli uomini più potenti della società: dai suoi capriccioni dipendevano gli avanzamenti di carriera e gli scatti di stipendio, cioè la vita, di milleduecento disgraziati. Fra questi ovviamente Fantozzi, fermo da dodici anni a una fascia retributiva imbarazzante.

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Quando si ammalò di rosolia il Direttore Totale Conte Bàlabam, Filini organizzò due manifestazioni: una visita aziendale di ruffiani fintamente preoccupatissimi alla clinica del Rosario dove il Conte era stato ricoverato e una colletta clandestina per una novena e quattordici messe nella parrocchia Sacro Cuor del mio Gesù perché il Bàlabam crepasse. Perché l’odio che avevano per quest’uomo crudele era mostruoso.

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La Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare inaugura la sua nuova casa di via Fleming un giovedì sera. Aveva in questo modo evitato la banalità di un party al sabato. Anche così la Contessa aveva saputo distinguersi, dando, se era ancora necessario, un’altra prova di essere una delle più degne rappresentanti del jet-set della sua città. Anche Fantozzi fu invitato alla serata. La Contessa aveva una fortissima partecipazione azionaria nella ditta per la quale lui lavorava e con ambiguo spirito democratico invitava sempre molti dipendenti di basso grado per stupirli con il lusso di questi grossi avvenimenti mondani.

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Spettabili signori lettori (mi scuso per questo «spettabili», ma i miei molti anni in una burocratica società mi hanno molto condizionato: «spettabile» è l’unica aggettivazione in uso nelle grandi aziende, nelle quali «spettabile» è il Megadirettore, «spettabile» è un cliente, «spettabile» è la signora del collega, «alla quale si prega di estendere i saluti», «spettabile» è un lampadario, una penna, una scrivania eccetera), vi rimetto in allegato un utile consiglio per le vostre prossime vacanze.

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Di questi tempi per Fantozzi sarebbe stato quasi impossibile trovar lavoro dato il tenore delle offerte di lavoro sui quotidiani: «Importante gruppo americano: laureato in fisica nucleare, medicina e ingegneria e perfetta conoscenza inglese, russo e cinese, militesente, massimo ventiduenne, esperienza cinquantennale nella conduzione di un grande reattore nucleare, cerca per essere impiegato presso lattaio per distribuzione giornaliera!».

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