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Il maestro e Margherita con i dipinti delle avanguardie russe
Scritto da:
Redazione BookToBook
19 Dic 2018
Storia d’amore e satira del potere, meditazione sul bene e sul male e riflessione sulla creazione artistica, Il Maestro e Margherita è considerato il capolavoro della letteratura russa del Novecento, un romanzo dalle infinite chiavi di lettura e dall’irresistibile vena grottesca.
Quella che stai per scoprire è la raffinata edizione BUR deluxe, con i dipinti delle avanguardie russe.
Il maestro e Margherita. Tra autofiction e avanguardie russe
dall’introduzione di Eridano Bazzarelli
Si è cercato di indicare alcune linee o tracce di lettura de Il maestro e Margherita, la cui storia «pubblica» dal 1966 a oggi continua ad affascinare i lettori nella Russia di oggi, postcomunista, ma con altri problemi e anche, forse, con personaggi simili di tipo gogoliano, come quelli che, nel romanzo, vengono in qualche modo «smascherati».
Il romanzo conserva, come tutti i capolavori, la sua freschezza, la sua vitalità.
Possiamo leggere e rileggere questo romanzo, abbandonarci alla sua creatività fantastica e felice, possiamo anche meditare sui messaggi che Bulgakov ci comunica in vario modo: la responsabilità morale di ciascuno, il valore dell’amore e della misericordia, il senso della poesia. Woland, nel mandare il Maestro e Margherita al loro destino in pace, forse è un po’ triste.
E così noi, a lettura finita, lo siamo. Ma ci conforta l’idea che i manoscritti non bruciano.
Le mille e una edizioni de Il maestro e Margherita
Il Maestro e Margherita ha una storia compositiva assai complessa.
La prima redazione risale al 1928-1929 (e possiamo anche ritenere che il 1929 sia la data della «discesa» di Woland a Mosca, anche perché al momento della sua comparsa il Maestro (proiezione dell’autore) ha trentotto anni (cioè l’età di Bulgakov, nato nel 1891).
Questa prima redazione aveva diversi titoli, come Il mago nero, Lo zoccolo dell’ingegnere e altri. Essa venne distrutta dallo scrittore.
La seconda redazione, alla cui stesura l’autore lavorò fino al 1936, aveva pure vari titoli, come Il grande cancelliere, Il teologo nero e altri.
La terza redazione ebbe come primo titolo Il principe della tenebra, ma già nel 1937 (seconda metà) comparve il titolo definitivo.
Ebbe inizio subito la battitura a macchina (il lavoro venne compiuto da Ol’ga Bokˇsankaja sorella di Elena Sergeevna Bulgakova).
La critica ha però individuato altre redazioni, almeno otto: l’ultima costituita solo da qualche capitolo.
Leggiamo il romanzo nella redazione che ci è pervenuta, nella sua complessità e nella sua intensità, perché si tratta di un romanzo complesso, che comprende almeno tre linee narrative centrali: la storia del Maestro e di Margherita, la storia di Yeshua e Pilato e la storia di Woland (con la sua troupe: il gatto-demone Ippopotamo/Behemot, che è al centro degli episodi picareschi, Korov’ev-Fagotto, Azazello, Hella): la «discesa», cioè, di Woland-Satana a Mosca e l’incontro con tutti i personaggi «tipici» della Mosca sovietica: persone-fantocci, impostori e disonesti, «smascheratori» (come voleva la morale ufficiale e ipocrita del tempo) smascherati.
Come leggere Il maestro e Margherita
Quando il romanzo fu pubblicato a Mosca, quasi trent’anni dopola morte dello scrittore, fu accolto dal pubblico come un’opera di «culto». Non penso sia il caso di considerarlo una specie di nuovo vangelo (il vangelo secondo Woland?), ma di leggerlo con abbandono alla forza fantastica e ideale che lo fa vivere.
Possiamo certamente leggere il romanzo in diversi modi: come libero gioco dell’immaginazione, sostenuta da una forte passione ideale, o anche come romanzo mistico e occulto, oppure come rivelatore della realtà sovietica degli anni ’20 del XX secolo.
A Bulgakov, per altro, non sembrano interessare le conquiste della rivoluzione: il periodo in cui si svolge l’azione era la fine degli anni ’20, alla fine della cosiddetta NEP, o nuova politica economica, e l’inizio del periodo dei piani quinquennali, con relativa industrializzazione intensiva e forzata dell’Unione sovietica.
Tutto questo non interessa a Bulgakov, che è in disaccordo con l’ideologia ufficiale: a Bulgakov interessa la reazione della gente a tutto quanto succede.
Il romanzo, poi, conserva anche tracce della storia degli anni ’30.
Gli «strati filosofici» del romanzo sono diversi: c’è la filosofia (o utopia) di Yeshua, secondo la quale tutti gli uomini sono buoni (anche i soldati feroci come Marco Ammazzatopi, anche Giuda Iscariota, che l’ha tradito) e che verrà un tempo in cui non ci saranno più né Cesari né il potere, in cui tutti gli uomini saranno liberi; c’è l’ideologia di Woland, secondo il quale non ci può essere il bene senza il male, come cerca di dire al fanatico discepolo di Yeshua, Levi Matteo.
C’è l’ideologia del Maestro, secondo il quale il poeta, lo scrittore hanno diritto di esprimere liberamente i loro sentimenti e le loro fantasie.
E c’è l’ideologia di Margherita, secondo la quale ciò che conta, ciò che è vero nella vita e nella morte è l’amore e solo l’amore.