“In forma di essere umano” raccontato da Riccardo Gazzaniga

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Redazione BookToBook
26 Set 2022

Sono sicuro che molti di voi, sentendo menzionare Adolf Eichmann, pensino immediatamente al processo di Gerusalemme.

Basta chiudere gli occhi per vedere Eichmann in completo scuro davanti alla Corte israeliana, pallido ed esemplare rappresentante di quella “banalità del male” di cui Hannah Arendt aveva parlato nel suo celeberrimo saggio.

In forma di essere umano parte da una domanda

il testo che segue è stato scritto da Riccardo Gazzaniga

 

Ma Adolf Eichmann è stato davvero un uomo banale?

Da questa domanda è nata la mia prima idea per In forma di essere umano, specie quando ho scoperto che molti studi degli ultimi anni rivelavano che il freddo e ottuso burocrate del Reich, in verità, era stato un manager dello sterminio meticoloso, efficiente, spietato. Che Eichmann era un antisemita convinto e mai pentito, pronto a materializzarsi in qualsiasi angolo d’Europa dove il Reich avesse bisogno di capacità organizzative e decisionali; un insaziabile predatore di vite da distruggere quanto di soldi da rapinare per conto del Reich, un manipolatore capace di qualsiasi inganno.

Ma c’era dell’altro.

In forma di essere umano

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Emergeva il quadro di un marito dedito eppure infedele, di un padre severo ma presente, di un amante spregiudicato in grado di ammaliare schiere di donne.

Lo stesso uomo, a guerra finita, mentre i vertici del Reich morivano da suicidi o sulla forca, si era trasformato in un fuggiasco imprendibile per arrivare sino in Argentina e reinventarsi gaucho, allevatore, negoziante, gestore di una lavanderia, saldatore in fabbrica.

Il mondo ne aveva braccato l’ombra, ma lui viveva in piena luce.

Io volevo raccontare questa versione della storia, ma non ero pronto a concedere tutto il proscenio alle tenebre condensate nella forma di essere umano chiamata Adolf Eichmann.

Per fortuna, in mezzo a tanta oscurità, ho trovato la luce di Zvi Aharoni, tedesco di nascita che il Reich costrinse ad abbandonare la sua patria per fuggire in Palestina.

Fu lui l’agente segreto che Israele mandò in Argentina per dare una risposta decisiva ad anni di domande e false piste: Adolf Eichmann viveva davvero sotto mentite spoglie a Buenos Aires? E se è lì, come organizzare la sua cattura?

Per scoprirlo questo ex socialista, ex contadino, ex soldato della brigata ebraica diventato spia ed esperto di interrogatori fu costretto ad arrivare sino allo sperduto sobborgo di Bancalari, a caccia di un fantasma con cui zittire il rimorso di essere sopravvissuto mentre tanti, troppi altri morivano.

E la cattura di Eichmann divenne anche la sua personale ossessione.

Insomma non era davvero una storia banale e, mentre ne scoprivo ogni giorno un pezzetto nuovo, mi chiedevo perché nessuno avesse pensato di scriverci sopra un romanzo che unisse storico e passaggi di fiction, testimonianza e spionaggio, thriller e citazioni.

Così ho provato a farlo io.

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