Un libro e un film: The Hours

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Redazione BookToBook
05 Ago 2015

Caro Leonard, guardare la vita in faccia, sempre; guardare la vita in faccia e conoscerla per quello che è; al fine conoscerla, amarla per quello che è, e poi metterla da parte. Leonard, per sempre gli anni che abbiamo trascorso, per sempre gli anni, per sempre l’amore; per sempre, le ore.

Trama

Solo la letteratura può restituire un senso alle nostre vite confuse e sghembe. Anzi, la letteratura è il solo specchio dentro cui la vita, riflettendosi, giunge per un momento a raccontare se stessa: è l’idea centrale di questa storia. Tre donne la abitano: la prima è una donna famosa, una scrittrice famosa, Virginia Woolf, ritratta a un passo dal suicidio, nel 1941, e poi, a ritroso nel tempo, mentre gioca col demone della sua scrittura. Le altre due sono donne che abitano luoghi e tempi diversi. Clarissa Vaughan, un editor newyorkese di oggi e Laura Brown, una casalinga californiana dell’immediato dopoguerra. Le ore è un romanzo di Michael Cunningham del 1998, vincitore del Premio Pulitzer: dalle sue pagine è tratto il film The Hours (2002).

Curiosità

1. The Hours era il titolo provvisorio di La signora Dalloway, il romanzo di Virginia Woolf che lega le storie delle tre donne protagoniste. «La signora Dalloway disse che i fiori sarebbe andata a comprarli lei»: l’incipit del romanzo è una traccia, al punto che, all’inizio del film, in tutte e tre le case ci sono dei fiori. E in ciascuna hanno un colore diverso: rossi, gialli e blu, come era tipico di Virginia.

2. Mentre Nicole Kidman, per prepararsi a interpretare il personaggio, rilesse tutte le lettere di Virginia Woolf (trovandole più utili dei romanzi, a questo scopo), Meryl Streep decise di non rileggere La signora Dalloway, ritenendo che il suo personaggio, Clarissa, l’avesse letto al college senza averlo capito più di tanto, cosa capitata all’attrice stessa.

3. Nel film vediamo Leonard Woolf impegnato alla composizione tipografica per la loro casa editrice, la Hogarth Press. In realtà Leonard era affetto da un tremore alla mano che non gli permetteva di svolgere questo lavoro: era Virginia a impostare la macchina. La scrittrice trovava che questo lavoro avesse il potere di calmarla, e aveva la sensazione che il contatto fisico con le parole che sarebbero finite sulla pagina influenzasse anche il suo approccio alla scrittura. [IMDb]