Addio a Diana Athill: i suoi libri e le sue frasi più belle
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Redazione BookToBook
25 Gen 2019
È stata una vita dedicata ai libri quella di Diana Athill, scrittrice amatissima, scomparsa a 101 anni.
Oltre ad aver pubblicato libri come Da qualche parte verso la fine, Diana è stata tra i protagonisti del mondo editoriale del Novecento: per oltre cinquant’anni ha curato come editor gli scritti di autori del calibro di John Updike, Margareth Atwood, Philip Roth, Mordecai Richler, V.S. Naipaul, Norman Mailer.
Il ricordo di Margaret Atwood
Amica e autrice a lei vicina, Margareth Atwood ne ha annunciato la scomparsa su Granta con grandissimo affetto:
Diana era ammirata da tutti quelli che la conoscevano, e anche da tutti quelli che leggevano le sue memorie, per la sua onestà, il suo stile semplice ma elegante, la sua mancanza di pretese e il suo stoicismo di fronte alla vecchiaia. Ci ha insegnato l’arte di invecchiare. Sono stata molto fortunata ad averla avuta nella mia vita.
La vita di Diana Athill
Nata a Londra nel 1917, Athill si laurea a Oxford e inizia a lavorare per la Bbc.
Nel 1943 l’incontro con l’ungherese in esilio André Deutsch segna una svolta nella sua vita.
Deutsch ha un fiuto da grande editore e Diana lo aiuta a porre le basi della sua carriera. André cura gli affari, Diana coltiva i rapporti con gli autori e li accompagna nella stesura dei testi.
Tra gli scrittori pubblicati dal 1950 ci sono Jack Kerouac, John Updike, Norman Mailer.
Negli anni Sessanta Athill si afferma anche come autrice con il romanzo autobiografico Sarebbe bastata una lettera. Ma la vera notorietà arriva nel 2009 con Da qualche parte, verso la fine, un esuberante ritratto della vecchiaia con cui la Athill vince il Costa Book Award a 91 anni.
Nel 2017, in occasione del suo centesimo compleanno, viene pubblicato Diario fiorentino. Viva! un bellissimo memoir sulle cose importanti della vita.
Lo spirito di Diana
Durante la web chat del “Guardian”a cui ha partecipato l’11 dicembre 2017, alla domanda
-Che consiglio darebbe a una donna di trent’anni?
Diana risponde:
-Dovrei proprio consigliarle di avere una storia d’amore, di quelle molto belle, se ancora non le è capitato.
Le frasi più belle dei libri di Diana Athill
Diario Fiorentino. Viva!, Bompiani 2017
“Siamo alla fine, dunque.
Oh, quanto vorrei che non fosse così!
Ad ogni modo è inutile lagnarsi, perché ho fatto una vacanza che non dimenticherò mai e in cui, fino all’ultimo giorno, non c’è stato un solo minuto che io non abbia apprezzato.”
Il suono dolce della pioggia, BUR 2012
“Fu un ballo divino, uno di quelli in cui i miei piedi riescono a fare cose di cui non li sapevo capaci. Ci sedemmo poi sul divano e lui riprese: “Torniamo a noi, preferisci essere lusingata, divertita o sconcertata?”.
Rimasi sconcertata, è ovvio, ma non lo diedi a vedere. Risposi così – e sono ancora convinta che fosse una risposta perfetta: “La cosa che preferisco in assoluto è essere estasiata”.
“Scoprire di saper scrivere ha cambiato in meglio la mia vita in un modo molto profondo.”
Come pagine di un libro, BUR contemporanea 2013
“Vorrei finire con uno schianto anziché con un piagnisteo, ma gli schianti non capitano agli anziani (fatta eccezione per quello finale), quindi permettetemi di concludere sommessamente con la parola “Fine”.
Non puoi evitare di diventar vecchio, lo so, ma vecchio e sporco, un vecchio sudicio e puzzolente. Quello sì. È decisamente troppo.
Ho pensato che in tutto il mondo c’erano donne intente ad assistere una malato, mentre gli uomini davano consigli e disposizioni, praticando di tanto in tanto in modo asettico e ordinato un’inziezione”.
Da qualche parte verso la fine, BUR contemporanea 2010
“Ho ereditato buone probabilità di andarmene senza tante storie, e ho scoperto di potermi disporre alla morte con un atteggiamento ragionevole. Non c’è da sorprendersi, allora, se non passo il tempo a preoccuparmene.
Da adolescente mi piaceva abbandonarmi a voluttuoso piacere di un romanzo d’amore come se fosse un bagno caldo, e non ero mai sazia tutta via non ho mai creduto che nella vita reale esistesse qualcuno che assomigliasse o si comportasse come gli eroi e le eroine di quei libri. Ciò di cui avevo bisogno era fare pratica con le sensazioni legate al sesso, perché ero una ragazzina sensuale a cui la società del tempo vietava di fare l’amore”.
Sarebbe bastata una lettera, BUR contemporanea 1963/2011
“Che dire di me? Era una domanda in grado di sollevare un vortice di vento gelido, al cui centro mi trovavo io. Aspettavo che cominciassero i brividi.
Be’, non sono ancora cominciati, e mi piacerebbe sapere perché. Questa è precisamente la ragione per cui sono qui seduta a scrivere”.