Se c’è uno scrittore che sembra mettere d’accordo persino i francesi, notoriamente divisi sui pareri letterari, è senza dubbio Emmanuel Carrère, appena passato dall’Italia per una tappa al Salone del Libro 2015. Il suo ultimo libro è Il regno, in cui ripercorre i sentieri del Nuovo Testamento non da credente ma da investigatore. Se hai bisogno di buoni argomenti che ti spingano a conoscerlo meglio, non ti resta che continuare a leggere.
Gli scrittori più amati
Il romanzo che l’ha reso famoso è L’avversario, considerato il corrispettivo francese di A sangue freddo, di Truman Capote. Carrère stesso ammette che il capolavoro americano ha avuto sulla sua scrittura una grande influenza. Ma potresti stupirti di quello che pensa di Philip Dick: «Per me è il Dostoyevsky del ventesimo secolo, quello che ha capito tutto.» Del resto ne ha scritto anche una biografia, Io sono vivo e voi siete morti, purtroppo difficile da trovare. Queste e molte altre riflessioni simili puoi leggerle nell’intervista su The Paris Review (in inglese).
Il rapporto con la scrittura
Una gran fatica per cominciare, niente diagrammi o schemi preparatori, solo computer e niente carta, nessuna presenza online. Tutto segnato da un’umana, continua ricerca di fiducia in se stesso: è la ragione principale per cui rilegge le pagine scritte il giorno prima. Di questi e altri aspetti del suo modo di scrivere parla in un’intervista su Minima&Moralia.
Il rapporto con il cinema
«I libri che scrivo sono molto simili a un documentario, a cominciare dalla convinzione che il dispositivo si debba vedere, che si debba sentire una presenza. Nel cinema è la presenza della camera, o del regista stesso che entra in scena, mentre nei libri il dispositivo diventa l’io, la prima persona singolare, la mia vita dentro il romanzo.» Carrère è anche sceneggiatore e regista: nell’intervista Carrère: scrivere la realtà parla delle sue idee sulla relazione tra libri e cinema. Ma anche di Lost, di zombie, vampiri e di Il ritorno dello Jedi.
Cominciare a leggere Carrère
Da dove cominciare, quindi? Puoi partire da Limonov, e provare a farti un’idea di questo personaggio che si vede come un eroe, anche se sarai tentato di considerarlo una carogna (ma mai e poi mai un mediocre). Oppure da L’avversario, specialmente se – come dicevamo – ami già Truman Capote. O ancora partire dall’ultima novità in libreria, Il regno. Tu cosa scegli?