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La paura è un peccato: le più belle citazioni dalle lettere di Oriana Fallaci

Dalla prefazione di Edoardo Perazzi a “La paura è un peccato. Lettere da una vita straordinaria”

Oriana odiava scrivere lettere. Era un’attività che le rubava troppo tempo e le impediva di dedicarsi con tutta la cura che desiderava ai suoi scritti. Lei che raccontava di essersi presentata in una redazione a poco più di sedici anni senza saper battere a macchina, ma con le idee chiare su come scrivere una storia, ha accumulato fra le sue carte centinaia di missive, decine e decine di biglietti, cartoncini, telex e fax.

Messaggi di lavoro e dichiarazioni d’amore, sfuriate a editor e traduttori, confidenze e liste da consegnare alle segretarie per il buon funzionamento dell’ufficio. Ma anche biglietti affettuosi agli amici più cari e ai familiari, per confortarli nonostante la lontananza o più spesso rassicurarli sulla sua incolumità. Grazie a un puntuale lavoro di archiviazione del suo lascito documentario sono emerse lettere che raccontano meglio di molte interviste l’ossessione di Oriana per la parola scritta, il rispetto profondo per un testo forgiato da innumerevoli riscritture, anche quando era alle prese con un biglietto privato di auguri. Oriana era capace di passare ore a cercare le parole esatte scrivendo e riscrivendo e poi firmando per essere certa dell’effetto che avrebbe suscitato nel suo interlocutore la vista del biglietto a lui indirizzato.

Molte delle lettere raccolte in questo libro permettono dunque di scoprire eccezionalmente il laboratorio di scrittura di Oriana e sono state scelte per documentare un percorso di crescita intellettuale che l’ha portata a distinguersi dapprima, ancora giovanissima, nel mondo giornalistico, poi come scrittrice e figura di riferimento non solo in Italia ma in un panorama internazionale. Il suo, infatti, è uno dei pochissimi nomi italiani noti realmente in tutto il mondo e molte di queste lettere lo testimoniano in modo inequivocabile, ricostruendo la trama dei suoi rapporti personali e professionali, ma soprattutto restituendo con estrema fedeltà il suo complesso e laboriosissimo rapporto con la scrittura.

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Le più belle citazioni dalle lettere di Oriana Fallaci

Io non sono un venditore di parole. Sono un venditore di idee che paga sempre per le sue idee, giuste o sbagliate. E quando gli stupidi hanno paura di me e non vogliono essere intervistati da me io rispondo: «Non hanno paura di me. Hanno paura della verità».

Essere giornalista per me significa essere disubbidiente. Ed essere disubbidiente per me significa, tra l’altro, stare all’opposizione. Per stare all’opposizione bisogna dire la verità. E la verità è sempre il contrario di ciò che ci viene raccontato. La storia si scrive sulla verità e non sulle leggende.

Solo i deboli e i poveri di spirito hanno paura della solitudine e si annoiano a stare soli. Io non sono debole. Sono molto forte, e durissima ormai. Non sono neanche povera di spirito. Quindi non ho paura della solitudine.

Nel difficile momento che stiamo vivendo, così pieno di paura del domani, ritengo che la stampa possa e debba fare molto di più per ridurre le reciproche incomprensioni, per facilitare un dialogo serio, per tentare di trovare delle soluzioni.

Non c’è nulla che ammiri di più del coraggio e nutro sempre un grande rispetto verso coloro che non hanno paura di confrontarsi col mio.

Non mi sono mai considerata nemmeno un vero giornalista sebbene continui questa storia della «grande giornalista», «uno dei giornalisti più bravi del nostro tempo» eccetera. Io mi sono sempre considerata uno scrittore prestato al giornalismo, uno scrittore che s’è regalato troppo a lungo al giornalismo, e non un giornalista che poi s’è messo a scrivere libri.

Mi sento come quando mi appoggio a te e tu ti appoggi a me. Perché ho bisogno di te, e ho bisogno di credere che tu hai bisogno di me. Puoi darmi molto. Posso darti molto. Posso darti tutto. E ti ringrazio fino da ora se mi metterai nelle condizioni di darti tutto quello che posso darti. Anche se non sarà mai una vita facile per noi. Anche se ci aspettano giorni duri. Anche se avremo bisogno di molto coraggio per non perderci.

Sono soltanto un essere umano, schiantato da un dolore inaspettato, e non riesco a giudicare solo con la mia razionalità. Inoltre, la volgarità mi lascia impotente. E la moralità è un cibo del quale non so fare a meno. Il mio amore per Alekos, un fiore bianco nella spazzatura, è nato da questo.

Oriana Fallaci, La paura è un peccato. Lettere da una vita straordinaria: le prime pagine da leggere subito.