Le dimensioni della letteratura di Dacia Maraini sono tante quante le storie con le quali da anni fa sognare i lettori, ma ce ne sono tre, in particolare, che ritornano intrecciandosi con forza. Sono tre come le punte di un’isola che lei ha raccontato in libri meravigliosi, e anche come il simbolo sotteso al titolo del suo ultimo libro, Trio, che segna il grande ritorno della scrittrice alla narrazione storica.
Donne, storia e Sicilia sono le direttive della ricerca letteraria decennale di un’autrice acclamata da critica e pubblico che si è espressa attraverso romanzi, racconti, sceneggiature, poesie, saggi.
La vita straordinaria di Dacia Maraini si legge tra le pagine delle opere che ha firmato: l’infanzia prigioniera in un campo di concentramento in Giappone e poi il rientro in Italia, nella Sicilia di Bagheria; il lungo amore con Alberto Moravia e l’amicizia con Pier Paolo Pasolini; le riviste letterarie, la scrittura e i premi.
I suoi libri ispirano, commuovono, coinvolgono.
In questi tempi di morte e di dolore, Agata mia, sento che il solo rifugio della mente, la sola certezza del futuro è la nostra amicizia. Cerchiamo di non guastare la solidarietà che ci lega, sarebbe un crimine. È un cammino difficile, lo so. Vedo i rami che da secchi e smorti stanno diventando verdi, mettendo piccole foglie nuove. Da quel giardino che rifiorisce dipende la mia e la tua vita. (Trio)
Trio: un concentrato delle tante cose che ci fanno amare Dacia Maraini
Messina, 1743. In città è arrivata la peste e a portarla è stato un piccolo veliero che viene dalla Grecia carico di tessuti.
Quando l’epidemia si diffonde la vita si blocca, non solo lì ma piano piano in tutta l’isola, immobilizzata in uno stato di incertezza che sembra frenare la nascita di tutte le cose.
Una situazione che ricorda qualcosa di a noi molto vicino, come Maraini ha raccontato in diretta al SalToExtra 2020.
Agata e Annuzza, due amiche legate da quando erano bambine, si scrivono delle lettere per tenere vivo un rapporto che ha radici profonde: hanno imparato l’arte del ricamo sotto lo sguardo severo di suor Mendola; hanno letto insieme, all’ombra fresca di un grande tiglio, le avventure letterarie del Cid e Ximena mentre in bocca scoppiava il sapore dolce di una gremolata alla fragola.
Ma il destino non le ha unite solo nell’amicizia.
Le due donne amano infatti lo stesso uomo, Girolamo, che è il marito di Agata. Siamo abituati all’idea di triangoli amorosi pieni di dramma e sofferenza ma quello tra i personaggi di questo libro non è tale. Le protagoniste sanno che, anche quando il cuore si impone, l’amicizia vince su tutto e loro la difenderanno rispettandosi sempre e non rinunciando a essere l’una parte della vita dell’altra. Ci vuole coraggio per abbracciare una simile di idea di amore e per volere il bene dell’altra al punto di sacrificare il proprio.
In una Sicilia che accende i sensi e l’intelletto, fiaccata dall’epidemia eppure esplosiva di colori, Dacia Maraini ambienta delle storie che si inseriscono nella grande Storia collettiva.
Contemporaneamente l’identità femminile è indagata nella sua dimensione più intima – Agata e Anna aprono le porte del cuore e dell’anima nelle loro lettere – ma anche in quella sociale, confermandosi come due donne più attente all’essenza delle cose che alle convenzioni.
La dimensione siciliana tra storia, mito e ricordi personali
La lunga vita di Marianna Ucrìa e Bagheria sono i due esempi più noti della capacità che ha Maraini di portarci in Sicilia attraverso i secoli, i ricordi, le storie.
Marianna, bambina di nobile famiglia, sorda e muta, impara ad ascoltare e dire il mondo a modo proprio mentre la vita la mette di fronte al più triste dei destini: diventare la sposa di uno zio che a tredici anni l’ha violentata. Nelle pagine della letteratura la protagonista trova il coraggio e la passione che le sono richiesti per sopravvivere in un mondo bestiale e al tempo stesso affascinante.
Bagheria è una delle tante incursioni nel terreno della memoria: la scrittrice dipinge la Sicilia che l’ha accolta quando, bambina, arriva in Italia dal Giappone.
Con infantile intensità vive la scoperta delle proprie origini, della nobile famiglia materna (la casata degli Alliata di Salaparuta), così radicata in quel paesaggio fatto di palazzi baronali. Tra le pareti di queste case, però, tante sfide attendono le donne, le vere vittime di un’arcaica legge dell’onore che le sacrifica senza chiedere permesso.
Il ricordo ritornerà come una partitura preziosa nella letteratura di Dacia Maraini.
Lo testimoniano opere come La grande festa, libro e appassionato e intimo tanto quanto Bagheria: una riflessione sull’amore, la vita e la morte che parte dalle memorie personali e da tutti coloro che le sono stati vicini (i familiari, gli amori, gli amici).
E anche La nave per Kobe, narrazione nella quale la scrittrice si misura con un’altra intima narrazione cioè i diari della madre Topazia Alliata (scritti nel periodo 1938-1941).
Con questa scrittura nella scrittura le due donne si avvicinano ancora di più, connesse da un filo che è scoperta e riappropriazione identitaria.
Un padre e una figlia eccoli lì: lui biondo, bello, sorridente, lei goffa, lentigginosa, spaventata. Lui elegante e trasandato, con le calze ciondolanti, la parrucca infilata di traverso, lei chiusa dentro un corsetto amarantato che mette in risalto la carnagione cerea. La bambina segue nello specchio il padre che, chino, si aggiusta le calze bianche sui polpacci. La bocca è in movimento ma il suono delle parole non la raggiunge, si perde prima di arrivare alle sue orecchie quasi che la distanza visibile che li separa fosse solo un inciampo dell’occhio. Sembrano vicini ma sono lontani mille miglia. (La lunga vita di Marianna Ucrìa)
Le donne nella storia: un romanzo lungo mille vite
Le donne di Dacia Maraini, anche quando raccontate nella loro dimensione più archetipica, non sono mai sospese in un tempo irreale ma sono figlie di epoche in cui conducono battaglie che gli uomini a volte non conoscono e altre soffocano nella violenza.
Succede all’Amara di Il Treno dell’ultima notte che attraversa l’Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione per ritrovare Emanuele, l’inseparabile amico d’infanzia, e anche alle protagoniste di Veronica, meretrice e scrittora, una raccolta in cui l’autrice regala i ritratti di donne che si sono affrancate dalle convenzioni del loro tempo come la poetessa Veronica Franco e Camille Claudel, scultrice impetuosa e libera.
Ma non sono le sole: c’è anche Isolina Canuti che nella Verona di inizio secolo viene cancellata dalle pagine della storia e buttata nell’Adige; Chiara d’Assisi, simbolo di disobbedienza; Vannina, la giovane maestra di Donna in guerra.
La dimensione femminile, che spesso per la sua insularità ricorda quella della Sicilia, è centrale nel viaggio letterario di Maraini che delle donne indaga ogni parte, dall’ingegno dell’intelletto ai moti del cuore. Ognuna di loro è una voce, uno sguardo, una sensibilità unica e irripetibile.
Ne sono esempi chiave libri come Tre donne, che racconta la vicenda di Gesuina, Maria e Lori, nonna, madre e figlia forzate dalle circostanze a convivere in un fragile equilibrio destinato a incrinarsi quando un uomo irrompe nelle loro vite; o Corpo felice, storia di una madre che non ha avuto il tempo di esserlo.
Scrivere le donne per l’autrice significa anche scrivere insieme alle donne.
Così prende forma il dialogo con l’attrice e scrittrice Piera Degli Esposti in Storia di Piera e Piera e gli assassini. Vicende familiari, pagine di spettacolo, amicizia. Vite femminili a confronto.
Libri dedicati ai piccoli (ma che fanno riflettere soprattutto i grandi)
Forse non tutti sanno che Dacia Maraini ha scritto anche per l’infanzia. Ecco tre libri da scoprire:
– Storie di cani per una bambina, racconti pieni di affetto e rispetto per i nostri amici a quattro zampe;
– Telemaco e Blob, la vicenda di due cani romani che, nonostante la loro diversa provenienza, si scelgono e si proteggono a vicenda per dimostrare che niente è più forte della vera amicizia;
– La pecora Dolly, brevi narrazioni morali nate dalla penna della grande scrittrice.
Quella di Dacia Maraini è una vita consacrata all’Amata scrittura, passione predominante capace di fissare ogni attimo in eterno regalandoci per sempre bellezza e memoria.