A volte lapidarie, altre impietose: sono le lettere di rifiuto ai manoscritti dei capolavori della letteratura mondiale (come Moby Dick, Lolita o Carrie per citarne qualcuno), che non sempre sono stati accolti bene dagli editori. Leggerle con il senno di poi e immaginarsi le reazioni di chi li ha avuti tra le mani lasciandoseli sfuggire può essere un esercizio divertente!
«Se posso essere schietta, signor Hemingway – lei sicuramente lo è, nella sua prosa – ho trovato il suo libro noioso e offensivo al tempo stesso. Lei sicuramente è un “vero uomo”, non è così? Non sarei sorpresa di scoprire che ha scritto tutta la storia chiuso dentro a un club, con il pennino in una mano e un bicchiere di brandy nell’altra.»
Un gruppo di espatriati britannici è in viaggio verso Pamplona per assistere all’Encierro, il festival annuale che ha reso famosa nel mondo questa città, il cui apice consiste nella corsa dei tori che si svolge per le sue strade. Ma Fiesta (Il sole sorgerà ancora) è anche un libro che parla della relazione tra Jake Barnes, impossibilitato all’amore a causa di una ferita di guerra, e Lady Brett Ashley, una ricca inglese pluridivorziata che incarna la libertà sessuale. È un romanzo che tutti oggi conosciamo e che stimiamo per il suo stile asciutto e crudele. Eppure, anche questo capolavoro trovò qualche difficoltà.
Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1926 negli Stati Uniti, dalla casa editrice Scribner e con il titolo The Sun Also Rises. L’anno successivo, fu la volta della Gran Bretagna, con la Jonathan Cape che lo diffuse con il titolo che tutti oggi conosciamo, Fiesta. Tuttavia, prima di trovare un editore che lo accolse a braccia aperte, Ernest Hemingway ricevette dalla casa editrice Peacock & Peacock una lettera di rifiuto in cui si insinuava, a più riprese, che i personaggi (Jake Barnes, soprattutto) non invogliassero a proseguire nella lettura.
Se sei curioso, qui trovi tutta la lettera di rifiuto spedita da Moberley Luger.