Proponiamo una selezione di frasi sui libri da I racconti del libraio di Martin Latham. Una folgorazione, una manna dal cielo per qualsiasi amante dei libri, ricco di aneddoti e spunti di riflessione. Esce ad aprile e il 23 del mese si celebra la La Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. Nel 1616, lo stesso 23 aprile, sono morti gli scrittori Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Garciloso de la Vega.
Abbiamo raccolto 17 (tra le migliaia presenti nel lavoro di Latham) frasi sui libri per ragionare di lettori, volumi e librerie.
1. Chi aveva paura delle lettrici
Donne e ragazze hanno dovuto affrontare sfide specifiche per poter leggere: imposizione di modelli di femminilità, censura, mariti, clero, lavori domestici e altro ancora. Gli uomini erano letteralmente terrorizzati – e non sto esagerando – dalla possibilità che le donne potessero trarre dai libri una gratificazione sessuale, oppure un’emancipazione politica o spirituale.
2. La lettura privata è un’abitudine relativamente recente. Nell’antichità erano molte le culture in cui la lettura veniva fatta unicamente ad alta voce. Si racconta addirittura che, quando Alessandro Magno leggeva in silenzio, i suoi uomini lo fissavano sconcertati.
3. Chi cerca un cantuccio dove leggere un libro
La ricerca di un cantuccio in cui leggere risulta ancor più carica di significato a causa di ciò che potrebbe accadere durante la lettura. Spesso nel nostro rifugio viviamo un’esperienza da crisalidi, dalla quale rinasciamo diversi. Ci raggomitoliamo per leggere e quando ci riscuotiamo siamo persone «nuove»
4. Leggere nelle avversità. Per noi è difficile immaginare quanto fosse difficile per i poveri che sapevano leggere risolvere il problema dell’illuminazione. Molti lavoratori erano costretti a ricorrere alla luce della luna, dato che le candele di sego – per non parlare di quelle in cera d’api – erano spesso fuori dalla loro portata. (…) A volte, il povero l’uomo medio che si procura un accesso diretto ai libri è stato visto come una minaccia, o come una sorpresa.
Frasi sulla lettura
5. La materialità di un libro ha spesso un ruolo decisivo per la sua natura consolatoria. Nella fragile foresta vergine delle emozioni private, i sensi sono così vivi che un libro può diventare un talismano.
6. Le fantasticherie dell’infanzia affiorano nelle letture, e sopravvivono nell’età adulta.
7. I libri di consolazione ci aiutano a superare quello che Nietzsche chiamava «l’orrore del vivere».
8. Leggere è ritrovarsi in un cantuccio è qualcosa di inafferrabile e bello, e anche di fugace. Romanzieri e poeti sono abili esploratori di questi tratti magici del fiume della nostra coscienza.
9. Sovente la scoperta di un libro di consolazione è, come avviene quando ci si innamora, un’esperienza indimenticabile.
10. Qualcosa di forte, che vada al cuore del piacere di leggere: ci sono libri nella cui lettura c’è un elemento di dovere e altri che ti spingono a svegliarti presto al mattino per riprenderli in mano e a rallentare verso la fine per rinviare il momento del distacco.
Frasi su librai e librerie
11. I sottili cambiamenti sociali avvenuti nel corso degli anni, prima e dopo l’avvento di internet: credo che
in una libreria li si percepisca in anticipo.
12. Il ruolo del libraio è di permettere l’incontro tra un certo libro e una persona particolare.
È un’idea che ritroviamo nella Storia infinita di Michael Ende. (…) Tanto la fortuna quanto l’inaccessibilità possono conferire incanto a un volume e renderlo un libro di consolazione, ma anche acquistarlo in una libreria particolare può dargli un’aura magica.
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13. Il santo patrono dei librai è san Giovanni di Dio. La scelta appare un po’ paradossale, considerato che in seguito
alla conversione Giovanni distrusse la libreria di cui era proprietario a Granada.
14. Vendere libri in zone problematiche, aprendo coraggiosamente ogni giorno il proprio negozio che si affaccia su una strada piena di violenza per offrire Dickens o Lee Child è un’impresa eroica, da librai sans frontières.
Le biblioteche
15. La classificazione dei volumi di una biblioteca è come il linguaggio: ci permette di fare connessioni ma, al contempo, ci limita. (…) Le biblioteche devono essere sistemate con un ordine preciso, ma questo atto limita la loro bellezza, come talvolta può fare il linguaggio.
16. Le biblioteche dell’antichità, oltre a essere spesso dedicate a una dea, erano anche luoghi di ozio e di svago.
Nella Grecia e nella Roma antiche molte si trovavano all’interno di bagni pubblici, che erano diffusi ambienti di relax.
17. Accostare una biblioteca alla democrazia. Se la conoscenza è potere, i bibliotecari – e in particolare i catalogatori – hanno la possibilità di muovere i fili e indirizzare subdolamente gli atteggiamenti sociali, al pari degli odierni algoritmi di internet.