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Giulia Blasi: “Se sei femminista è perché sei brutta”
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Redazione BookToBook
14 Set 2021
Giulia Blasi in Brutta racconta la storia del proprio corpo: “ero appena nata ed ero già brutta”. Un corpo vissuto a pezzi singolarmente disprezzabili: gli occhiali, l’altezza, l’indice di massa corporea…
Come Emilie Pine, anche Giulia Blasi ha qualcosa da dire a tutte le donne e non solo.
Nel capitolo Qualcuna era femminista punta l’attenzione sul mito della donna che è femminista perché brutta, perché se fosse bella non avrebbe certo nulla da contestare ai maschi. Il femminismo secondo questa logica sarebbe una forma di rancore, null’altro.
Ti serviamo un estratto.
Qualcuna era femminista perché aveva la mamma femminista. O la zia. O la nonna.
Qualcuna era femminista perché da ragazzina aveva letto Dalla parte delle bambine.
Qualcuna era femminista perché Candy Candy alla fine tornava alla Casa di Pony dopo aver fatto di tutto, nella vita, incluso l’infermiera in tempo di guerra, e non si capiva mica se si sposava o meno, e con chi.
Qualcuna era femminista perché quale sarebbe l’alternativa, esattamente.
Qualcuna era femminista perché il fidanzato era uno stronzo. E infatti non erano più fidanzati.
Qualcuna era femminista perché il fidanzato era femminista. Non erano tante. Ma qualcuna c’era.
Qualcuna era femminista perché da quando le erano spuntate le tette non era mai passato giorno senza che
qualcuno si prendesse la libertà di dirle cosa le avrebbe fatto se solo avesse potuto.
Qualcuna era femminista e non lo sapeva.
Nessuna, nessuna, nessuna era femminista perché era brutta e quindi i maschi la schifavano.
Qualcuna era femminista perché aveva deciso di smettere, e dei maschi in generale non gliene importava niente, anzi: aveva trovato che il femminismo era un ottimo modo per fare selezione all’ingresso. Meno scemi insicuri nella sua orbita, meno perdite di tempo, più felicità.
Qualcuna era femminista perché essere femminista la rendeva felice, con o senza cazzo. Ed è questo che a qualcuno proprio non va giù.
Ma chi è Giulia Blasi?
Giulia Blasi appartiene alla Generazione X (i nati fra il 1964 e il 1980) ed è stata un’adolescente infelice nei rutilanti anni Ottanta. Per fortuna, più o meno a quell’epoca, ha scoperto due cose che la rendono felice: il femminismo e la scrittura. Ha pubblicato Nudo d’uomo con calzino (Einaudi Stile Libero), Il mondo prima che arrivassi tu e Siamo ancora tutti vivi (Mondadori), Se basta un fiore (Piemme). Con Rizzoli sono usciti i suoi saggi Manuale per ragazze rivoluzionarie (2018; Bur 2020) e Rivoluzione Z (2020).