Patty Pravo in tv ci è sempre andata con il buon gusto della mise en scène. Non si è mai accontentata di portare al pubblico televisivo la sua voce di interprete e canzoni straordinarie, ma ha curato un’estetica eclettica e gesti scenici di rara bellezza.
Non la si potrebbe raccontare solo con i dischi, senza mostrare le sue fotografie. Patty Pravo è un’opera d’arte, una rivoluzionaria dello stile, una provocatrice dell’immaginario.
Negli anni è apparsa come una geisha minimalista e una donna del futuro, una bambola boccoluta e una regina rasta, e questo senza mai sembrare mascherata.
Non ha mai fatto scelte estetiche per far parlare di sé, come fanno molti musicisti, ma lo ha fatto per meglio riuscire a parlare di sé
A Patty Pravo la musica leggera italiana deve il suo ingresso nella sperimentazione teatrale. E non solo perché i suoi capelli hanno visto mille trasformazioni – una cresta punk che diventava regale o ciocche platino trasformate in cristalli di ghiaccio – ma perché ogni sua apparizione musicale era una provocazione artistica e un’esperienza culturale.
Essere fotografata è diventata un’abitudine. Sono la regista di me stessa.
Ha calcato poco il palco di Sanremo – dieci volte tra il 1970 e oggi -, poco di più quello dell’estivo Festivalbar, appena quattro Canzonissima, ma nessuna sua esibizione è mai andata dimenticata.
Per ricambiare la sua generosità, la tv dedica a Patty Pravo un’intera prima serata. Il 20 febbraio su Rai1 nella puntata di A grande richiesta intitolata Minaccia bionda, Flavio Insinna le porterà sul palco Francesco De Gregori, Elio, Morgan, Antonello Venditi, Nina Zilli e Giovanni Allevi.
Nel libro omonimo, Minaccia bionda, Patty Pravo ricorda ad esempio la televisione di Antonello Falqui, il regista che dal bianco e nero ha creato un immaginario sofisticato, tra l’optical e l’Art Deco. “Con lui sperimentare, inventare architetture e visioni era un gioco meraviglioso”.
Minaccia bionda è la raccolta di duecento scatti fotografici scelti da Patty Pravo per raccontarsi in prima persona, dalla bambina di Venezia al successo.
Siamo nel 1978 e Pippo Baudo chiede a Patty Pravo dove sia sparita, non si vede più in televisione.
«Mi sono andata a sistemare dal parrucchiere».
Pippo Baudo: «Sei mancata un anno e mezzo però…».
Patty Pravo: «Eh, il lavoro è stato lungo».