La regina Elisabetta II si è spenta l’8 settembre 2022 a 96 anni. È stata, come scrive Andrew Morton in The Queen. Elisabetta, 70 anni da regina, «la regina che ha regnato più a lungo, che ha viaggiato di più, e che nonostante la sua timidezza si è dimostrata la più socievole, visto che ha incontrato di persona più sudditi di quanti ne abbia mai incontrati qualunque altro sovrano della storia». Dietro il suo ruolo, c’è stato quello di donna, madre, figlia, sorella, nonna, bisnonna.
È comparsa regolarmente nella lista delle persone più ricche del mondo del «Sunday Times», ma non si è mai fatta problemi a indossare i guanti di gomma per pulire dopo un barbecue nella tenuta scozzese di Balmoral. Una volta qualcuno ha suggerito di mettere nella sua baita preferita una targa con scritto «la regina ha spazzato qui». E nonostante un’esistenza trascorsa tra palazzi e castelli è sempre sembrata apprezzare una vita più normale. È stata costretta a interpretare un ruolo straordinario quand’era ancora una giovane donna, e fin da bambina è stata una delle persone più in vista del pianeta.
Andrew Morton, il più autorevole biografo della Royal Family, già autore di Diana. La vera storia dalle sue parole, biografia scritta in collaborazione con lei proprio per raccontare al mondo – per la prima volta – la vita della principessa del Galles, piena di tormenti e di segreti, ha raccontato i settant’anni da regina di Elisabetta II, compreso il Giubileo di Platino, in The Queen, una biografia che non tralascia nulla della vita istituzionale e privata della regina più amata d’Inghilterra… e non solo.
Cinque cose che non sai sulla regina Elisabetta II che può raccontarti solo Morton
1) Andrew Morton, nel febbraio 1983, era al suo primo viaggio importante come corrispondente reale per un quotidiano inglese in California e passò alcuni giorni con la regina Elisabetta e il duca di Edimburgo. Quel tour di nove giorni organizzato dalla regina doveva essere piacevole ma alcune cose andarono storte.
Ebbi l’impressione che in realtà la regina si divertisse ogni volta che il minuzioso programma veniva scompaginato. Il principe William suo nipote fece la stessa osservazione molti anni dopo. «Sono contenti quando le cose vanno storte» disse.
«La ragione dell’entusiasmo ovviamente sta nel fatto che intorno a loro tutto dev’essere sempre perfetto, perciò quando qualcosa non funziona sono i primi a farsi una risata.»
2) Quando l’adorato zio Edoardo VIII decise di abdicare per sposare Wallis Simpson, donna americana pluridivorziata, e fu chiaro a tutti che il duca di York sarebbe salito al trono, la principessa Margaret – sorella minore di Elisabetta – le chiese:
«Vuol dire che un giorno diventerai regina?».
La sorella maggiore rispose: «Immagino di sì».
Sally Bedell Smith ha scritto la più completa biografia su Elisabetta II
3) Il 22 luglio del 1939 Elisabetta incontrò uno “stupendo ragazzo dai penetranti occhi azzurri, con tratti marcati, modi disinvolti e sembianze da vichingo”, l’uomo che le avrebbe cambiato (e con cui avrebbe passato) la vita. Elisabetta, a quei tempi, aveva 13 anni mentre Filippo ne aveva cinque in più. All’inizio Filippo non prestò molta attenzione alla futura regina, ma anni dopo sarà proprio Elisabetta a confidare alla sua amica del cuore, Alathea, il segreto dell’uomo che aveva rapito il suo cuore.
Nell’aprile del 1941 le aveva rivelato che il principe Filippo di Grecia e Danimarca era il vero innamorato, o come diceva la principessa Margaret, il vero «ragazzo» della sua vita. Il flirt con Euston fu solo una distrazione. La principessa manteneva senza clamore una corrispondenza privata col principe e conservava persino ritagli di giornale che parlavano dell’attività della sua nave.
4) Il giorno delle nozze Elisabetta ebbe mille imprevisti a partire dal bouquet sparito, così come la collana di perle regalata dai suoi…
Mentre la principessa indossava con cautela il suo abito da sposa, all’interno del palazzo vi furono alcuni momenti di panico. In un primo momento si scoprì che era sparito il bouquet, che poi un servitore si ricordò di aver messo in un ripostiglio per conservarlo al fresco. Poi, mentre fissavano il velo alla principessa, il telaio della tiara che la regina aveva prestato alla sposa s’impigliò nel velo e si ruppe. Per fortuna il gioielliere reale era a portata di mano e venne scortato dalla polizia fino al suo laboratorio per effettuare una riparazione lampo. Alla fine ci si accorse che era sparita la collana con due giri di perle regalata dal re e dalla regina alla sposa. Fortunatamente qualcuno si ricordò che la collana era stata esposta a St James’s Palace insieme agli altri 2583 regali ricevuti da Elisabetta. A quel punto il segretario privato della principessa Jock Colville partì a tutta velocità con l’auto ufficiale di re Haakon di Norvegia alla volta di St James’s, dove, dopo una complicata trattativa con la polizia, riuscì a recuperare il prezioso gioiello.
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5) Nel 1952 le condizioni di salute di Giorgio VI non erano delle migliori tanto che fu deciso che Elisabetta e Filippo avrebbero fatto – al posto suo – il viaggio più volte rimandato in Nuova Zelanda e Australia, fermandosi a metà strada per una sosta in Kenya. Il 6 febbraio 1952, mentre Elisabetta e Filippo sono in Kenya, viene annunciata la morte di Giorgio VI, morto per una trombosi alle coronarie. Quando Mike Parker ebbe la certezza assoluta della morte del re, lo comunicò al principe Filippo per far sì che fosse lui ad annunciarlo a Elisabetta.
La reazione rivelò la tempra della donna che aveva ereditato il trono ad appena venticinque anni. Come se fosse già preparata al tragico evento, mostrò un comportamento assolutamente pragmatico e concreto. Mentre cominciava a comprendere il senso della perdita dell’amato padre e ad accettare l’inevitabilità del suo destino, non tradì alcun segno di pianto o di sfoghi emotivi. Certo, era pallida e quasi diafana in volto e appariva molto tesa e provata, ma tutte le persone che erano con lei ricordano una nuova regina assolutamente controllata, avveduta e perfettamente padrona di sé. […] Nelle ore successive, mentre si faceva carico delle nuove pesanti responsabilità, la novella regina cominciò a mettere in pratica gli insegnamenti che aveva ricevuto per tutta la vita. Le emozioni vennero totalmente accantonate e subordinate ai doveri. Non versò una lacrima e si concentrò sui compiti che l’aspettavano. Come riferì in seguito Edward Windley, sovrintendente temporaneo del distretto di Nyeri, «era pallidissima. Era come di ghiaccio, proprio di ghiaccio». Interrogato su come la giovane avesse reagito alla notizia, l’uomo rispose: «Come una regina».
Su una cosa possiamo essere tutti d’accordo: Elisabetta II è stata e sarà per sempre la Regina per antonomasia.