Chi non ha mai sentito parlare di don Chisciotte, il cavaliere errante che senza paura si gettava all’attacco di mulini scambiati per giganti? Da quattrocento anni quel vecchio hidalgo a cavallo di un ronzino, in compagnia del fido Sancio Panza, parla a milioni di lettori del valore irrinunciabile della fantasia.
Recentemente l’opera di Cervantes è anche comparsa nella miniserie evento targata Netflix Maniac, con Emma Stone e Jonah Hill, in cui si parla di un ultimo, misterioso capitolo del don Chisciotte talmente tanto intenso e immaginifico da avere il potere di far smarrire per sempre il lettore durante la lettura.
Il don Chisciotte però non si è limitato a nutrite l’immaginario di molti: alcuni intrepidi hanno anche tentato la via della rilettura e riscrittura come Terry Gilliam, al cinema dal 27 settembre con L’uomo che uccise don Chisciotte e Arturo Pérez-Reverte in libreria con la riscrittura di Don Chisciotte della Mancia.
L’uomo che uccise Don Chisciotte dopo 30 anni di lavori arriva al cinema
Il celebre regista de L’esercito delle 12 scimmie, Brazil, Parnassus e Paura e delirio a Las Vegas ha lavorato al progetto per quasi 30 anni e, una volta realizzato, ha detto del film:
«Ci abbiamo lavorato così tanto che l’idea di finire davvero le riprese di questo film ‘clandestino’ è quasi surreale. Qualsiasi persona di buon senso ci avrebbe rinunciato anni fa, ma a volte, i sognatori incalliti alla fine ce la fanno. Per questo voglio ringraziare tutti i sostenitori visionari e malpagati che mi sono stati vicini per trasformare questo sogno in realtà. Ho cominciato a lavorare su Don Chisciotte nel 1989 e, nonostante tutti gli ostacoli, ero emozionato all’idea che 400 anni dopo la morte di Cervantes il mio progetto fosse in produzione. Don Chisciotte è un sognatore, idealista e romantico, che non vuole accettare i limiti della realtà e che continua a camminare nonostante gli ostacoli, proprio come abbiamo fatto noi. In Spagna e Portogallo ho trovato tutti i posti che avevo immaginato e ora finalmente porterò la storia del Cavaliere dalla triste figura al pubblico contemporaneo».
Il film è stato presentato fuori concorso al 71º Festival di Cannes lo scorso 18 maggio, come film di chiusura del festival.
Non il solito Don Chisciotte in libreria
Al fianco di questa opera monumentale nelle sale, in libreria è arrivato Arturo Pérez-Reverte, reporter di guerra per vent’anni e romanziere di lungo corso, oggi riscrive – con rigore filologico e scrupolosa fedeltà all’originale – l’epica storia dell’estroso cavaliere: una versione priva delle digressioni più faticose dell’opera per favorirne una lettura armoniosa, senza interruzioni della trama principale.
Un adattamento attento ai gusti della contemporaneità che rinnova le avventure, il tono e la struttura generale di un romanzo entusiasmante: il Don Chisciotte torna a cantarci le sue folli, irresistibili prodezze con un linguaggio finalmente accessibile, godibile per i contemporanei come lo era per i coevi di Cervantes.