In Italia l’educazione sessuale è ancora un miraggio: a scuola non si fa, in famiglia non se ne parla, tra coetanei ci si confronta ma spesso con vergogna e si finisce a cercare informazioni nei porno, rischiando quindi di confondersi gravemente le idee. In questo panorama, quattro ragazze e quattro ragazzi hanno deciso di fare la Terza rivoluzione sessuale creando Making of love, un progetto crossmediale fra cinema, documentario, letteratura e workshop per raccontare, senza censura e ipocrisia, l’erotismo per ciò che è, fuori dalla gabbia ideologica del proibito in cui è sempre stato relegato.
Il progetto Making of love
Annalisa Cereghino, Matilde Cerlini, Enrica Cortese, Piper Cusmano, Matteo Mori, Claudio Pauri, Lorenzo Rossi e Filippo Sabarino, pionieri e pioniere di Making of love, sono otto ventenni che hanno deciso di parlare di sesso senza censure.
«Vorrei che ci raccontassero le verità scientifiche che nessuno ci dice. Che ci raccontassero quanto è bella e meravigliosa la sessualità e non solo quanto è pericolosa.»
Si sono conosciuti partecipando al progetto Making of Love, dal quale è nato il documentario omonimo diretto da Lucio Basadonne e Anna Pollio e di cui sono protagonisti. Hanno poi scritto, diretto e messo in scena un film sull’arte di amare, Edoné. La sindrome di Eva.
Dalla docuserie al libro
“Se il film richiede di vivere la sessualità, il libro richiede di sviscerarla” ed è per questo che gli otto protagonisti di Making of love hanno deciso di scrivere il libro omonimo in cui parlano di sesso senza preconcetti, senza tabù, senza vergogna e senza pregiudizi, rivolgendosi ai loro coetanei e a chiunque voglia chiarirsi le idee sul sesso e le sue pratiche. Uno strumento utile per aprire un dialogo, tra pari, che include tutti, per vivere il sesso in modo sano e soddisfacente.
In questo manuale di nuova educazione sessuale si parla di diritto al piacere, consenso, sex toys, poliamore, coppia, identità di genere, masturbazione, omosessualità, contraccezione e tanto altro. In un dialogo a otto mani che vuole fornire un’alternativa libera e consapevole agli stereotipi e ai pregiudizi delle generazioni passate, perché “la bellezza di ciascuno di noi sta in una gamma di colori molto più ampia del rosa e del blu”.