“Il destino è nel carattere”: la Corea del Sud e i neo-trentenni secondo Sang Young Park

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Redazione BookToBook
17 Mar 2025

I ragazzi d’oggi. Quanto sono felici e quanto soffrono? Cosa si nasconde dietro giovani vite apparentemente incanalate in percorsi personali e professionali che rispondono alle convezioni imposte dalla società o ai modelli suggeriti dal mantra mainstream dello stare al passo con la contemporaneità? L’ideale del costruirsi un’esistenza su valori imprescindibili quali l’amore in ogni sua forma, quali i figli e la famiglia per chi la desidera, quali la carriera da perseguire in funzione dei propri sogni e della propria vocazione, quanto resiste alla prova dei fatti? Quanto cozza, questo ideale, con la realtà aspra delle nostre società globalizzate guidate dai ritmi frenetici dettati dalla produzione e dalla competizione, orientate al successo e al profitto come misura del valore di ogni cosa e persona?

«Alla fine arrivai a non provare più alcun fastidio nemmeno quando, durante le riunioni, mi chiedevano di copiare quasi alla lettera articoli scritti da altri, o quando i miei pezzi venivano corretti inserendo espressioni sgrammaticate. Anche Eunchae sembrava essersi adattata, e alla fine ci convincemmo entrambi che quello fosse il naturale processo di inserimento nella società. Pensavamo che, una volta eliminato ciò che ci rendeva realmente noi stessi, avremmo finalmente «assorbito i colori di “Magazine C”» e ottenuto quel posto da dipendenti a tempo pieno che tanto desideravamo.»

Sono le riflessioni di Namjun Kim, il primo dei giovani d’oggi che incontriamo nelle pagine d’apertura de Il destino è nel carattere, il nuovo libro di Sang Young Park che, dopo il suo romanzo d’esordio Amore, Marlboro e mirtilli, tra i libri più venduti in Corea del Sud e pluripremiato anche all’estero, torna a raccontarci la vita dei giovani d’oggi a Seoul.

Il destino è nel carattere

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Nato nella Corea del Sud (Daegu) nel 1988, Sang Young Park ha studiato letteratura francese all’Università di Sungkyunkwan e vive a Seoul. Ha lavorato per anni come editor e copywriter prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Con il suo primo romanzo è stato finalista all’International Booker Prize, al Prix Médicis e al Dublin Literary Award ed è oggi considerato meritoriamente l’astro nascente della letteratura coreana.

Il destino è nel carattere: il nuovo romanzo di Sang Young Park

Ne Il destino è nel carattere, che arriva in libreria per Rizzoli con la traduzione di Mary Lou Emberti Gialloreti, tornano come protagonisti, oltre alla città di Seoul, i neo-trentenni, che l’autore ci descrive passo a passo, seguendoli nel loro percorso personale e professionale, ritraendoli con acuta sensibilità nella loro forza e debolezza, nelle loro gioie e dolori, nelle loro aspettative e delusioni.

Tornano anche le contraddizioni di un Paese, la Corea del Sud, dal progresso tecnologico e produttivo velocissimo ma diviso tra nuove identità e stili di vita moderni da una parte e dall’altra mentalità retrive, vecchi pregiudizi e discriminazioni di genere verso gli omosessuali e le donne.

Perché leggere “Amore, Marlboro e mirtilli”, il romanzo di Sang Young Park

Nei suoi libri è molto acuta e vivida la descrizione delle difficoltà quotidiane che i giovani affrontano per coniugare passione professionale e lavoro frenetico e precario, instabilità economica e desiderio di un amore duraturo. Difficoltà condivise anche dai giovani in Occidente. E forse si può spiegare anche con questa sua capacità nell’accorciare le distanze tra mondi apparentemente lontani il successo a livello internazionale di questo autore, che con una prosa asciutta e diretta travalica i confini non soltanto geografici ma pure culturali e generazionali. Anche i ventenni, o i quarantenni e i cinquantenni potranno ritrovarsi nelle storie che Sang Young Park ci narra dei suoi personaggi. Perché Il destino è nel carattere è un romanzo corale, ogni capitolo ha al centro le vicende e le vicissitudini di più d’un protagonista, ciascuno con il proprio differente retroterra alle spalle, offrendoci così un prisma dai tanti riflessi e sfaccettature da cui guardare ai tempi moderni così come vissuti dalle giovani generazioni che stanno cercando un proprio posto nel mondo.

Amore, Marlboro e mirtilli

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Il destino è nel carattere è un romanzo corale

«Lasciare un posto sicuro per tornare nell’incertezza mi preoccupava, ma l’idea che il periodo di instabilità durasse solo due anni in fondo mi tranquillizzava. A volte è più facile affrontare il fallimento a una scadenza certa che aspettare all’infinito», dice Namjun Kim, con parole che meglio di così non potrebbero interpretare le difficoltà lavorative che giovani e meno giovani sono costretti ad affrontare oggigiorno. Namjun Kim ha l’ambizione di lavorare nel mondo dei media. Credeva di esserci riuscito entrando nella redazione di “Magazine C”, ma le dure logiche di gerarchia e business su cui si poggia l’azienda avrebbero presto eroso la fiducia e la motivazione in un possibile futuro di crescita lì dentro. Dopo aver lasciato “Magazine C”, Namjun Kim va a lavorare in una fabbrica di componenti per automobili. «Rispetto alla rivista offriva uno stipendio base più alto e orari regolari. Inoltre i colleghi più anziani non mi trattavano con sufficienza solo perché ero giovane, e si comportavano in modo umano»: storie che sentiamo ogni giorno. Per Namjun arriverà comunque la svolta, l’assunzione in una rete televisiva, ma a un prezzo piuttosto alto pagato nei risvolti della propria vita personale, come scopriremo via via leggendo Il destino è nel carattere.

Chanho Go e Hanyeong Yu lavorano in una impresa che sta cavalcando l’onda del boom economico statunitense con ottimi risultati nelle esportazioni e con una cultura aziendale tra le più progressiste, sebbene non abbia mai nominato una donna tra i ruoli apicali, specie di settori chiave per l’interesse pubblico. Chanho e Hanyeong hanno appena ottenuto entrambi delle promozioni e il loro rapporto si consolida nel momento in cui si confidano l’un l’altro di essere gay. Hanno però due visioni differenti dell’amore. Chanho Go non aveva mai chiesto nulla legato all’amore:

«Per quanto fosse difficile immaginarsi il futuro – specie da gay – era un po’ strano che in trentun anni non avessi mai sentito il desiderio di trovare un buon partner. Hanyeong, al contrario, credeva ciecamente nelle relazioni romantiche.»

Ne Il destino è nel carattere Park ritorna a parlare dei giovani trentenni

Le loro conversazioni intime e private, nelle pause dal lavoro, aprono uno squarcio non solo su una società dove, raggiunte certe posizioni, è meglio tener nascosta la propria omosessualità; i loro dialoghi ci portano dritti ai grandi dilemmi dell’amore nel cercare la propria dimensione nelle relazioni sentimentali: Chanho invidiava Hanyeong per essere riuscito a incontrare “una brava persona” con cui aveva deciso di condividere la propria, ma faticava a capire come si potesse vivere a così stretto contatto con un’altra persona, condividendo anche gli aspetti più sgradevoli della quotidianità.

«Le parole hanno potere. Alcune in particolare sono così potenti da funzionare quasi come un incantesimo: si insinuano nella mente senza che ce ne accorgiamo e cambiano leggermente la nostra prospettiva sulla vita.»

Cheolu Im aveva esordito con successo nel mondo del lavoro come fotografo, la sua passione e vocazione. Aveva aperto un proprio studio e collaborato con le riviste e con gli ambienti della moda più in voga, vincendo anche dei premi. Ma un lutto e la scoperta di un tradimento lo avevano paralizzato nella sua creatività: «Le mie foto sembravano artefatte, i soggetti risultavano finti. Una volta spezzata la fiducia non riuscii più a ricostruirla e persi ogni spinta creativa». Non c’era più niente di vero, né nella sua vita né nel suo lavoro. Con i risparmi e i soldi recuperati cedendo lo studio Cheolu apre un’izakaya nel quartiere di Itaewon, realizzando così un vecchio sogno: «Avere un posto accogliente e tutto mio dove chiunque potesse fermarsi a bere qualcosa, accompagnando l’alcol con qualche stuzzichino». Un posto accogliente in cui si ritroveranno i lettori seguendo il filo della narrazione di Sang Young Park e l’incrocio dei destini di tutti questi personaggi che abitano le pagine de Il destino è nel carattere – titolo suggestivo e misterioso di cui a un certo punto si scoprirà il significato – e che ci parlano con quel potere d’incantesimo che hanno le parole e le esperienze di vita vissuta, poco importa se reali o trasposte in un romanzo.

D’altronde, in fondo al libro, nei ringraziamenti, Sang Young Park svela qualche spunto autobiografico del romanzo: «Fino a pochi anni fa conducevo una doppia vita, da impiegato e da scrittore. Ogni giorno andavo a lavorare e scrivevo nel tempo rimanente», spiega l’autore ai lettori. «Più tardi, tornando a casa su autobus affollati, mi fissavo sulle scarpe nere e usurate, i pantaloni consumati sulle anche, le montature degli occhiali deformate dall’uso. Pensavo spesso alla felicità e alla sfortuna: cose inventate dagli esseri umani. In questo libro, su ogni sua pagina, è impressa la temperatura che aveva il mio cuore in quel periodo».

«Spero che raggiunga tutti coloro che vivono cercando di resistere nel quotidiano», dice lo scrittore de Il destino è nel carattere. «Mi sento “vulnerabile alla speranza”, quindi credo ancora che un po’ di fiducia, seppur fragile, possa salvare l’umanità. Nonostante la disperazione sono riuscito a mettermi seduto e a scrivere questo volume, perché era tutto ciò che potevo fare».

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