Il sistema immunitario è un compagno di vita, parola di Philipp Dettmer
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Redazione BookToBook
17 Feb 2022
Altro che Guerre Stellari, Dragon Ball e avventurose cavalcate fantasy. Siamo noi umani i veri protagonisti della battaglia più fantasmagorica di tutto l’universo, della più feroce lotta per la sopravvivenza, dello scontro epico tra bene e male che avviene dentro di noi, ogni santo giorno. A combattere per la nostra salvezza è un compagno di vita «che non apprezziamo e non celebriamo quanto dovremmo: il sistema immunitario».
A ricordarcelo e a spiegarcelo in trecento agguerritissime pagine è Philipp Dettmer, autore di Immune. Viaggio nel misterioso sistema che ci tiene in vita, appena pubblicato in Italia da Rizzoli e caso editoriale internazionale, che richiama l’attenzione sul nostro sistema immunitario, secondo per complessità soltanto al cervello umano e tra i fattori fondamentali e più antichi che rendono possibile la vita sulla Terra. «Senza, moriremmo tutti quanti nel giro di pochi giorni».
Ma non abbiate paura, il libro è molto divertente, oltre che molto istruttivo, comprensibile e condivisibile, lo si nota subito fin dalle prime righe:
«Immaginate di svegliarvi domattina e di sentirvi poco bene. Vi fa male la gola, vi cola il naso, avete un po’ di tosse. Tutto sommato non è abbastanza per darsi malati al lavoro, sospirate avviliti andando a fare la doccia. Mentre siete impegnati a indignarvi per quell’ingiustizia, il vostro sistema immunitario non si lamenta: si dà da fare per salvarvi la vita. Gli invasori si aggirano nel vostro corpo facendo strage di cellule, ma il sistema immunitario attiva complesse linee di difesa, comunica sulle lunghe distanze, chiama i rinforzi e condanna a morte miliardi di nemici. Tutto ciò mentre voi siete sotto la doccia, lievemente indispettiti. Questo complesso meccanismo, però, ci è in gran parte sconosciuto. Ed è un peccato, perché poche cose influenzano la qualità della vita più del sistema immunitario. È in ogni angolo del nostro corpo, ci protegge dalle scocciature – il raffreddore, un graffio, un livido – e da pericoli mortali come il cancro, la polmonite e il Covid-19. È indispensabile per la vita, tanto quanto il cuore o i polmoni. Ed è uno degli organi più estesi dell’organismo, anche se raramente lo definiamo in questi termini.»
La nascita del progetto
Philipp Dettmer ha iniziato a esplorare il sistema immunitario parecchi anni fa, quando ancora studiava all’università design della comunicazione e infografica:
«Cercavo un progetto che mi tenesse impegnato per un semestre, e il sistema immunitario mi è sembrato uno spunto interessante. Quindi mi sono procurato un mucchio di libri di immunologia e ho iniziato ad approfondire l’argomento, ma più leggevo e più la questione si complicava». Anziché mollare e darsi ad altro, il giovane e ostinato Dettmer ha continuato a studiare, e più studiava più si rendeva conto che il suo modo di percepire il corpo cambiava. «Se mi veniva l’influenza non mi limitavo più a lamentarmi: osservavo il mio corpo, tastavo i linfonodi ingrossati e cercavo di immaginare cosa stessero facendo in quel momento le mie cellule immunitarie, quale parte della rete si era attivata, come i linfociti T uccidevano milioni di intrusi per proteggermi. Se mi facevo un taglietto durante una passeggiata nel bosco provavo gratitudine per i miei macrofagi, le grandi cellule immunitarie che fanno strage di batteri per proteggere le ferite dalle infezioni.»
Quando, a trentadue anni, gli venne diagnosticato un cancro, «la mia ossessione per l’immunologia è ulteriormente aumentata», scrive Philipp Dettmer nelle prime pagine di Immune.
«Uno dei compiti del mio sistema immunitario è uccidere il cancro, e in quel caso aveva fallito. Eppure non riuscivo a essere arrabbiato con lui, perché ormai sapevo quant’era difficile il suo lavoro e quanto doveva faticare il cancro per eludere le sue difese. E mentre la chemio dissolveva il cancro, i miei pensieri sono corsi di nuovo alle cellule immunitarie che invadevano i tumori già moribondi e li divoravano una cellula alla volta.
La malattia fa paura, mette a disagio, e io ho dovuto affrontarla ripetutamente. Ma mi conforta sempre ricordare come il mio sistema immunitario, quella parte integrante di me, difende la totalità della persona che sono: combatte per me, muore per me, risana e rigenera il corpo che abito. Studiare il sistema immunitario ha reso la mia vita più interessante e ha alleviato l’ansia che accompagna la malattia, perché mi ha permesso di mettere sempre le cose in prospettiva.»
Dal canale YouTube al libro
Motivato dal proposito di semplificare le questioni complesse, per se stesso e per gli altri, otto anni fa Philipp Dettmer ha fondato Kurzgesagt – In a Nutshell (In poche parole), canale YouTube di divulgazione scientifica a cui oggi lavorano più di quaranta persone e che è diventato tra i canali più seguiti al mondo, con quasi diciotto milioni di iscritti e circa trenta milioni di spettatori ogni mese.
Alcuni dei video più cliccati parlano proprio del sistema immunitario ma, come spiega lo stesso Dettmer nel volume – ricco di illustrazioni curate da Philip Laibacher, il primo dipendente e direttore creativo di Kurzgesagt – «un video di dieci minuti non può esaurire un argomento tanto complesso, anche se complesso non è l’aggettivo giusto. Il sistema immunitario è “complesso” nel senso in cui scalare l’Everest è “una bella passeggiata in montagna”. È “intuitivo” tanto quanto “leggere le normative tributarie tedesche in traduzione cinese” è un modo divertente di passare la domenica pomeriggio».
Se però passerete una domenica pomeriggio a leggere Immune, coglierete meglio per esempio il senso di quando vi dicono che siete immuni a una malattia. «Vuol dire che avete cellule della memoria viventi che ricordano un nemico specifico», ovvero i linfociti T helper della memoria, che combattono per voi insieme con i linfociti B, «gli energumeni», che fabbricano l’arma più potente a disposizione del sistema immunitario: gli anticorpi, «i fucili di precisione».
Perché il sistema immunitario è importante
Vi sarà più chiaro il motivo per cui l’obiettivo primario del sistema immunitario «è mantenere e stabilire l’omeostasi: l’equilibrio fra tutti gli elementi e le cellule del corpo». Ovvero, quella che in estrema sintesi chiamiamo salute. «Ma restare in salute è difficile, perché ogni giorno entriamo in contatto con centinaia di milioni di batteri e virus che non vedono l’ora di stabilirsi a vivere nel nostro corpo», come succedeva miliardi di anni fa negli organismi unicellulari. «Per un microrganismo, io e voi siamo un ecosistema che aspetta solo di essere conquistato».
Immune ci spiega com’è fatto il sistema immunitario (e la differenza tra sistema immunitario innato e adattivo) e come agisce per difenderci dai nemici descrivendoci, capitolo per capitolo, tutte le sue componenti a partire dalle cellule (lo sapevate che i macrofagi sono le cellule immunitarie più grosse del nostro corpo?), vere e proprie macchine della vita che rappresentano «i mattoni» del sistema, «robot biologici, guidati da una miriade di reazioni biochimiche innescate dalle parti ancora più piccole di cui sono composti». Tra le pagine riuscirete a mettere a fuoco l’intero esercito di soldati e generali che combattono e comandano: tanto per citarne alcuni (di soldati), i geni, le proteine come le citochine, le piastrine e i neutrofili (i “kamikaze” del sistema immunitario, se leggete il libro scoprite perché), le cellule dentritiche, le staminali e le molecole come la messaggera mRNA, celeberrima in questi ultimi mesi di campagna vaccinale. Scrive tra le righe Philipp Dettmer:
«La pandemia di coronavirus ci ha ricordato con forza perché il sistema immunitario è così importante e perché un numero maggiore di persone trarrebbe grande giovamento dal comprenderlo meglio.»
Tuttavia, Immune non è un libro sulla pandemia.
«Al momento in cui questo libro è stato scritto, la pandemia di coronavirus stava ancora imperversando, e c’erano molte domande in sospeso», riflette Dettmer. «Un’enorme mole di ricerca viene condotta in tutto il mondo da innumerevoli scienziati e nei prossimi anni ne sapremo molto di più. In un certo senso questo è il momento migliore e insieme il peggiore per scrivere un libro sul sistema immunitario. Migliore perché un maggior numero di persone potrebbe essere interessato a capire cosa diavolo sta succedendo nel loro organismo e come questo reagisce alle malattie. Anche peggiore, però, perché sarebbe bellissimo poter spiegare fino in fondo il Covid-19, ma al momento è semplicemente impossibile perché la scienza ha ancora tanta strada da fare».
È invece sempre possibile conoscere meglio il nostro corpo e imparare a interpretarne meglio i segnali.
Se per esempio soffrite di una qualche allergia, in un capitolo dedicato Dettmer ci spiega che «l’allergia è una reazione eccessiva del sistema immunitario a qualcosa che in realtà potrebbe non essere poi tanto pericoloso. Significa che mobilita l’esercito e si prepara a combattere, anche se non c’è una vera minaccia. Circa una persona su cinque in Occidente soffre di qualche forma di allergia, e di solito con una reazione di ipersensibilità immediata, con i sintomi che si scatenano molto rapidamente, entro pochi minuti dall’esposizione all’allergene. È un po’ come trovare una cimice in salotto e chiamare l’esercito per radere al suolo la città con delle bombe nucleari tattiche. Certo, in questo modo si risolve il problema dell’insetto, ma forse non è il caso di trasformare la propria casa in un cumulo di macerie fumanti».
Sfogliando Immune troverete senz’altro giovamento anche solo perché ricorda a tutti noi quanto sia importante mangiare sano ed equilibrato. «Il motivo è semplice», suggerisce Dettmer:
«Il sistema immunitario produce costantemente miliardi di nuove cellule, e tutte queste cellule appena nate hanno bisogno di risorse per funzionare correttamente. La malnutrizione è molto spesso collegata a un sistema immunitario debole. Se siete denutriti, siete più suscettibili alle infezioni e alle malattie perché il vostro organismo deve prendere decisioni difficili e il sistema immunitario ne risente.
Ma se seguite una dieta anche solo vagamente bilanciata, con un po’ di frutta e verdura, avrete tutti i micro e macronutrienti necessari per far funzionare bene il sistema immunitario. È interessante osservare che anche nei paesi sviluppati esiste la malnutrizione da micronutrienti, specialmente tra gli anziani. Questo significa semplicemente che ci sono persone che hanno carenza di nutrienti essenziali e di vitamine – di solito perché non mangiano abbastanza oppure hanno una dieta troppo poco variata. Quindi mangiare solo pizza non è salutare, ma questo dovrebbe essere già chiaro».
Così come lo stralodato esercizio fisico regolare «potenzia direttamente il sistema immunitario, perché favorisce una buona circolazione dei fluidi in tutto il corpo. In estrema sintesi, anche solo muovendo, allungando e schiacciando le varie parti del corpo, i fluidi scorrono meglio e più liberamente che non restando sdraiati sul divano tutto il giorno. E una buona circolazione fa bene al sistema immunitario perché permette alle cellule e alle proteine immunitarie di muoversi in modo più efficiente e libero, il che le aiuta a svolgere meglio il loro compito».
In conclusione, di ragioni per prenderci cura del nostro sistema immunitario Philipp Dettmer, con Immune, ne sventaglia parecchie. Non ultima questa: pare infatti che, grazie ad alcune nostre speciali molecole (MHC), il nostro corpo sia in grado di comunicare mediante l’odore che tipo di sistema immunitario abbiamo.
«In Germania esiste addirittura un detto popolare il quale dice “Jemanden gut riechen können”, che significa “essere in grado di annusare qualcuno molto bene”, ossia “apprezzare qualcuno a pelle”». E questa cosa dell’odore non è una semplice metafora, precisa Dettmer. «A parte la sensazione a pelle della quale siete portati a fidarvi, esistono parecchi studi i quali dimostrano che tutti gli animali – compresi gli esseri umani – preferiscono l’odore di un partner con molecole MHC diverse dalle proprie. Semplicemente, troviamo più sexy l’odore di un partner con un sistema immunitario diverso dal nostro. Quindi, la prossima volta che abbracciate il vostro partner, sappiate che probabilmente il suo sistema immunitario è uno dei motivi per cui lo trovate attraente!»