A volte lapidarie, altre impietose: sono le lettere di rifiuto ai manoscritti dei capolavori della letteratura mondiale (come Moby Dick, Lolita o La spia che venne dal freddo per citarne qualcuno), che non sempre sono stati accolti bene dagli editori. Leggerle con il senno di poi e immaginarsi le reazioni di chi li ha avuti tra le mani lasciandoseli sfuggire può essere un esercizio divertente!
«Concordiamo che sia un notevole scritto, che la favola è trattata con grande abilità e che la narrazione di per sé mantiene vivo l’interesse: qualcosa che pochi autori sono riusciti a raggiungere, da Gulliver in poi. Tuttavia, non siamo convinti (…) che questo sia il giusto punto di vista da cui criticare l’attuale situazione politica. (…) I suoi maiali sono molto più intelligenti degli altri animali, e perciò sono i più qualificati per gestire la fattoria – in realtà, non ci sarebbe potuta essere alcuna Fattoria degli Animali senza di loro: quindi, qualcuno potrebbe sostenere che serva non più comunismo ma più maiali dotati di più senso civico. Sono molto dispiaciuto, perché chiunque pubblichi questo romanzo avrà naturalmente l’opportunità di pubblicare i suoi lavori futuri: e ho molta considerazione per i suoi lavori, perché lei è un esempio di scrittura di fondamentale integrità.»
Fu una posizione critica nei confronti dell’Unione Sovietica l’ostacolo che si frappose tra La fattoria degli animali e la sua pubblicazione. La lettera di rifiuto, garbata e argomentata, parla chiaro: il punto di vista di George Orwell non è condivisibile dalla casa editrice cui è stato presentato il manoscritto. Il 13 luglio 1944, data della lettera, la Seconda guerra mondiale era ancora in corso e il delicato sistema di alleanze che interessava anche la Gran Bretagna rischiava di essere messo a repentaglio. La casa editrice Faber & Faber decise, anche per questa ragione, di non dare alle stampe le pagine di Orwell. Tuttavia, il romanzo non dovette attendere troppo tempo: uscì infatti l’anno seguente per la Secker & Warburg.
Questa lettera di rifiuto è una tra le più famose, anche a causa della persona che la firmò: il Nobel della letteratura T. S. Eliot.