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“Ti ricordi di Sarah Leroy?”: il caso editoriale di Marie Vareille

Devi proprio arrivare fino alla fine, seguire il filo del mistero, mantenere la lucidità di giudizio libera da pregiudizi e, soprattutto, seguire gli indizi seminati ad arte, nel passato e nel presente, per giungere alla verità, che alla fine arriva sempre. Ti ricordi di Sarah Leroy? è un romanzo che sorprende, gioca con le apparenze che sembrano vere e con le verità che sembrano irreali, in un intreccio di voci e di ricordi che paiono confondere le acque a ogni voltar di pagina ma che invece si ricongiungeranno in un mosaico perfetto. Vite intrecciate e destinate a diventare testimoni di una storia unica e irripetibile seppur tragica nel tessuto della trama congegnata dalla sua autrice, Marie Vareille, caso editoriale con oltre un milione di copie vendute in Francia, dove nel 2023 ha vinto il Prix des Lecteures U (vinto anche da un’altra scrittrice francese pubblicata in Italia da Rizzoli, Mélissa Da Costa), oltre ad altri prestigiosi riconoscimenti alla sua carriera come scrittrice di narrativa sia per adulti sia per ragazzi.

È nata una stella, e il suo nome è Mélissa Da Costa

Ti ricordi di Sarah Leroy?:Un po romanzo di formazione, un po giallo

Edito da Rizzoli, Ti ricordi di Sarah Leroy? è il primo romanzo di Marie Vareille pubblicato in Italia e ha tutte le carte in regola per appassionare anche il nostro pubblico di lettrici e lettori.

Un po’ romanzo di formazione un po’ giallo alla cold case, l’intricata e torbida storia che ci racconta la scrittrice francese con ritmo, suspense e suggestioni dosatissimi e abilissimi nel conquistare chi legge e a convincerlo a spegnere il telefono per isolarsi dal resto del mondo e giungere alla fine delle trecento e più pagine (alla fine, come succede sempre coi libri di successo, ne vorresti ancora), è una storia innanzi tutto di amicizia, commovente, solidale, complicata, provocatoria, ma anche di famiglie disfunzionali (l’una e le altre sono indissolubilmente legate), di ingiustizia e impunità, di conformismo e di gabbie sociali, di maschilismo e di violenza sulle donne, di promesse e fedeltà, di presunti innocenti e colpevoli. Temi che corrono lungo il racconto e di cui non si può dire molto a chi non ha ancora letto il libro, per non svelare nessuno dei colpi di scena che intrigano la narrazione.

 

Ma dell’amicizia che nasce tra le protagoniste, di quest’amicizia potente e insondabile come le acque del mare che bagna le rive di Bouville-sur-Mer, dove sono ambientate le vicende di Sarah e delle altre “Disincantate”, di questa amicizia si può ben dire e decantare.

«Conoscere qualcuno fin dall’infanzia significa aver assistito alla nascita dei suoi sogni, alla loro realizzazione o al loro crollo, significa aver avuto accesso alle sue più grandi speranze e alle sue paure più intime, allo stato grezzo, prima che la domesticazione sociale avesse fatto il suo lavoro. Significa sapere chi c’è davvero dietro la nebbia protettiva delle convenzioni e delle regole a cui obbediscono gli adulti.»

Ti ricordi di Sarah Leroy?: la storia di unamicizia

Avevano sette anni quando Sarah e Angélique si sono conosciute al cimitero di Bouville-sur-Mer, una piccola località balneare sulla Côte d’Opale. «Se non siete mai stati a Bouville-sur-Mer, sappiate che quel cimitero esiste ancora. È abbarbicato in cima a una scogliera bianca a picco sul Canale della Manica, non lontano da Cap Gris-Nez. Nei giorni di bel tempo, si può vedere fino in Inghilterra». Sarah era appena scappata in lacrime dalla chiesa dove si stavano tenendo i funerali della sua dolcissima mamma. Angélique invece era lì perché amava i cimiteri.

«Seduta a gambe incrociate su una lapide, accanto a una cappella coperta di muschio, Angélique indossava un impermeabile giallo troppo grande. Il primo sentimento che Sarah ha provato nei suoi confronti è stata una violenta invidia, come un pugno nello stomaco, all’idea che la madre di Angélique doveva averle gridato di coprirsi bene prima di uscire. Alcune persone avevano ancora una mamma premurosa che si preoccupava di evitare loro una broncopolmonite. Sarah no. La vita era troppo ingiusta. Tuttavia, Sarah avrebbe presto imparato che i genitori di Angélique non erano tipi da preoccuparsi di cose così futili e banali come una broncopolmonite».

Inizia così l’amicizia tra le due bambine, la bella Angélique abbandonata dal padre e la ricca Sarah, figlia del sindaco; insieme cresceranno e si rifugeranno l’una nell’altra fino all’adolescenza, quando la loro amicizia si rompe, fatta a pezzi da una vicenda poco chiara, anzi molto ambigua, che dà adito a pettegolezzi, dicerie, pregiudizi, malelingue e irresponsabilità degli adulti. E mentre assistiamo all’evolversi distruttivo, tra rabbia e odio, dell’amicizia tra Sarah e Angélique, una misteriosa voce narrante, che firma le pagine di un altrettanto misterioso diario denominato “Documento di lavoro” che racconta il passato e che Marie Vareille alterna alle pagine del presente, ci riporta alla giusta dimensione dell’amicizia, che non può spegnersi mai e che darà vita alle “Disincantate”, con l’entrata in scena di altri due personaggi femminili di questa storia indimenticabile, Morgane, «che oggi sarebbe definita una ragazza ‘ad alto potenziale’», e Jasmine, «caritatevolmente ribattezzata ‘la figlia della domestica’ dai giornali e dal rapporto della polizia.

«Giuramento delle Disincantate: promettiamo di restare amiche nella vita e nella morte, nella buona e nella cattiva sorte, saremo solidali, qualunque sia la situazione, e ci sosterremo sempre. Siamo le Disincantate.»

Un giorno di fine estate del 2001, all’età di diciassette anni, Sarah scompare. In Francia non si parla d’altro, i telegiornali seguono il caso fino a quando l’indagine non arriva a una svolta, l’arresto di un uomo con l’accusa di omicidio. Il corpo di Sarah non viene ritrovato ma il caso è dichiarato chiuso.

Ti ricordi di Sarah Leroy?: lamicizia delle “Disincantate

La più bella storia d’amicizia che avesse mai avuto l’occasione di vedere, pensa Fanny, la sorella di Angélique, che vent’anni dopo la scomparsa di Sarah torna a Bouville-sur-Mer per i funerali della madre. Fanny è una quarantenne di successo, giornalista affermata.

I rapporti con la sorella sono tesi, allentati da anni di distanza e incomprensioni. Fanny aveva lasciato il paesino appena concluso il liceo, aveva studiato all’università a Parigi e lì era rimasta, costruendosi una vita e una famiglia e lasciandosi il passato alle spalle, compreso il senso di colpa per aver abbandonato la sorella più piccola, sola con una madre incapace di badare a se stessa e alle proprie figlie.

Ora il passato s’impone, non solo per la morte della madre ma perché la direttrice del rinomato magazine femminile per cui lavora Fanny le chiede, dopo averle prospettato un’imminente promozione, di preparare un succoso reportage sulla scomparsa di un’adolescente in circostanze poco chiare: Sarah Leroy. Fanny non può rifiutare, così come non può non farsi carico della figliastra Lilou, inquieta adolescente che è appena stata sospesa da scuola per l’ennesima intemperanza. I rapporti tra loro non sono affatto buoni ma Esteban, il compagno di Fanny e padre di Lilou, deve volare negli Stati Uniti per lavoro e toccherà a Fanny occuparsi della ragazzina. Non avranno altra scelta che partire insieme per Bouville-sur-Mer, che si rivelerà ben più di una trasferta obbligata.

Sarà un viaggio che cambierà la vita a Fanny e a Lilou e che scriverà una nuova, conclusiva pagina della storia di Sarah Leroy e delle Disincantate.