“C’era una volta Gaza”: a un anno dal 7 ottobre 2023

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Redazione BookToBook
07 Ott 2024

«Abbiamo sempre vissuto con una borsa pronta, con vestiti e documenti: a Gaza sai che possono bombardare la tua casa da un momento all’altro, che dovrai scappare. Ma il 7 ottobre abbiamo capito di non avere una via di fuga, che non ci sarebbe stato un posto sicuro in nessun luogo della Striscia». A parlare dalla sua nuova casa alla periferia del Cairo è Jumana, dopo essere scappata da Gaza insieme alla figlia di due anni, al marito e alla famiglia di lui. Jumana ha ventinove anni ed è la prima delle testimonianze cui dà voce Valerio Nicolosi nel suo libro C’era una volta Gaza. Vita e morte del popolo palestinese, appena arrivato in libreria per Rizzoli a un anno dall’attacco di Hamas a Israele, il 7 ottobre del 2023, «uno spartiacque per il Medio Oriente, ma anche per il resto del mondo», scrive Nicolosi. Giornalista, fotoreporter e regista, Valerio Nicolosi ha diretto il film documentario Ants sulle rotte migratorie verso l’Europa e altri documentari a sfondo sociale. Collabora con Rai, Reuters, Ansa e con vari quotidiani internazionali, e in queste pagine racconta la resistenza dei giovani palestinesi tra bombe e frammenti di vita dal 2014 a oggi.

C’era una volta Gaza

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«Scrivere o parlare di Palestina non è mai semplice, al contrario, è tra le cose più complesse al mondo, perché chi ti ascolta o chi ti legge oscilla spesso tra il ‘Troppo complicato, non ne capisco nulla’ e ‘Sto dalla parte di, senza se e senza ma’. A me l’idea di equidistanza non piace, questa è una delle premesse necessarie per questo libro», chiarisce subito l’autore nelle prime righe.

«L’equidistanza a ogni costo è in realtà scegliere di schierarsi dalla parte del più forte, perché c’è sempre una parte più forte e una più debole. Mi piace invece unire i pezzi di un puzzle, in questo caso anche molto frammentato, e raccontare quello che vedo, quello che vivo sul campo, quello che mi riportano le persone.»

In C’era una volta Gaza Nicolosi racconta la vita prima del 7 ottobre

Autore del podcast di successo Racconti da Gaza, a partire dal 2014 Valerio Nicolosi ha tenuto dei corsi di videogiornalismo all’università di Gaza City, già allora sotto assedio totale. In questo libro ci offre la possibilità di conoscere un’altra Gaza e un’altra Palestina, scegliendo di mettere al centro della narrazione le storie di vita delle persone che ha incontrato e che ha conosciuto, di tutti coloro che da anni vivono sotto minaccia perenne e praticano, ognuno a modo proprio, una resistenza contro l’assedio. «Università, mercati, il porto, le fragole, i garofani, i pugili, i rapper e i parkouristi: a Gaza c’era tutto questo e molto altro, c’era la vita nonostante tutto, nonostante un assedio senza precedenti. Almeno fino al 7 ottobre 2023, quando Hamas con l’operazione al-Aqsa Storm cambia la storia e, con essa, le storie», scrive Nicolosi, che nel libro offre uno spaccato di Gaza così come della Cisgiordania e di Gerusalemme Est ripercorrendo al contempo la storia, nei decenni e nei secoli, di queste terre martoriate dalla cosiddetta questione israelo-palestinese, dalle tensioni e dai conflitti tra le parti in causa – in primis, naturalmente, il governo israeliano di Bibi Netanyahu, Hamas e Hezbollah –, attori di una tragedia collettiva che oggi mette prepotentemente a rischio non soltanto l’equilibrio geopolitico del Medio Oriente ma la stabilità delle relazioni internazionali fra le superpotenze mondiali.

Il racconto prende avvio nel dicembre del 2014, quando Valerio Nicolosi arriva per la prima volta a Erez, il valico di passaggio tra Israele e la Striscia di Gaza, a bordo di una “carovana” composta da una cinquantina di persone, impegnate a vario titolo nella partecipazione a un festival di formazione multidisciplinare (fra cui foto e videogiornalismo) a Gaza.

«Erano anni che Israele non rilasciava i permessi per questo tipo di carovane il cui intento, si sa, non è solo formativo ma anche politico: rompere l’assedio, aggirare il muro dentro il quale due milioni di abitanti vivono in pochi chilometri quadrati», spiega l’autore. «L’idea della carovana era venuta a Meri Calvelli, una cooperante della Ong ACS (Associazione di cooperazione e solidarietà in Palestina), che da anni faceva la spola tra Gaza e l’Italia, con una predilezione più per la prima che per la seconda. L’entusiasmo di Meri era travolgente, contagioso, tanto da rendere possibili operazioni difficili come quella».

È chiaro dunque che C’era una volta Gaza è il racconto prima di tutto di persone di diversa provenienza e formazione che, in tutti questi anni, hanno creduto nell’iniziativa individuale tesa a manifestare solidarietà, con fatti e azioni, ad altre persone vittime di un destino di sofferenze duro, implacabile, inarrestabile, come purtroppo ci ricorda la cronaca di questo ultimo anno trascorso a partire dalla funesta data del 7 ottobre del 2023.

C’era una volta Gaza: il racconto collettivo di persone di diversa provenienza

Valerio Nicolosi ripercorre così nel libro le varie tappe dei suoi viaggi che ha compiuto in questi ultimi dieci anni e gli incontri con la gente di Palestina che gli hanno offerto la possibilità di conoscere e quindi comprendere dal di dentro, dall’esperienza diretta del popolo che vive sotto le bombe, la loro realtà, la loro versione dei fatti, le loro verità. A partire da Jumana, la giovane con cui abbiamo iniziato questo nostro racconto, che era una studentessa del workshop che Valerio avviò nel 2014 a Gaza e con la quale è nata un’amicizia che ancora oggi resiste, nonostante tutto. Ma Nicolosi ci fa conoscere altre vite e altre realtà, come quella degli accampamenti dei palestinesi che si sono visti bombardare le case o dei coltivatori di garofani, tra le merci che più hanno sofferto della chiusura dei tunnel sul lato egiziano, e dei coltivatori di fragole, un prodotto storico di Gaza che veniva venduto nei mercati di Tel Aviv, di Gerusalemme e di Ramallah, come racconta Abu Abdallah, anche lui colpito dalla crisi economica scoppiata fin dai tempi della costruzione del muro. O ancora dei pescatori come Ahmed, incontrato da Nicolosi nel 2018: «Abbiamo rischiato di affondare due volte, altre siamo riusciti a chiudere abbastanza velocemente i buchi. Ormai giriamo con stracci e qualsiasi cosa possa tappare un foro in modo da avere almeno il tempo di raggiungere il porto», spiega Ahmed a Nicolosi quando gli chiede come facevano quando venivano colpiti. «Da oltre un mese erano tornati a sparare con maggiore frequenza, mi disse Ahmed, e quella notte due imbarcazioni erano state costrette a rientrare in porto a causa dei colpi, cosa che avveniva praticamente ogni giorno».

La quantità di esplosivo lanciato su Gaza «supera quello della bomba di Hiroshima, quasi quarantamila morti in pochi mesi è un dato incredibile, e dove non arrivano le bombe arrivano la fame e la sete a mietere altre vittime», non dimentica di farci notare Nicolosi. «La malnutrizione a Gaza non esisteva prima del 7 ottobre, mentre oggi bambini e adulti soffrono la fame».

C’era una volta Gaza: la cronaca di uno spaccato di vita reale

Ci si addentra sul serio nella vita reale dei palestinesi leggendo Valerio Nicolosi, che nella seconda parte di C’era una volta Gaza ci racconta il suo ultimo viaggio, il più recente, quando nel maggio del 2024 riparte per la Cisgiordania. È la cronaca di questi ultimi mesi che ci permette di capire ancora meglio, ancora più a fondo che cosa sta succedendo a Gaza e in Medio Oriente, oggi che la tensione fra Israele, Libano e Iran ci pone di fronte agli scenari più cupi. E difatti Valerio Nicolosi scrive in presa diretta soltanto qualche mese fa: «Mentre scrivo queste conclusioni l’invasione del Libano non è ancora avvenuta, ma le truppe israeliane sono ammassate al Nord e le dichiarazioni degli esponenti di governo israeliano fanno pensare che l’intenzione sia questa, come è già accaduto altre volte nella storia». Non una profezia ma una capacità di analisi e di previsione dovuta a una profonda conoscenza della questione israelo-palestinese che, con questo libro, l’autore illumina con una testimonianza, anzi con moltissime testimonianze a comporre quel puzzle complicato di vite sul campo così come di morte e di morti. «Difficile dimenticare l’odore dei corpi bruciati, delle body bags quasi mai piene perché raramente i corpi erano integri, così com’era pieno di bambini mutilati», dice Martina Marchiò a Nicolosi, coordinatrice sanitaria di Medici senza frontiere a Rafah per sei settimane, «forse nei momenti più difficili per la città di confine tra la Striscia e l’Egitto».

«Il genocidio in corso a Gaza ha radicalizzato il dibattito sulla questione palestinese e di conseguenza anche le persone», scrive Valerio Nicolosi nelle ultime pagine del libro. «Sarà difficile convincere i bambini mutilati e orfani di cui parla Martina Marchiò che la pace con Israele è necessaria, sarà difficile dirgli di perdonare quando a cinque, sei o dieci anni hanno perso tutto. Eppure, in qualche modo, dovremo fare il possibile per riuscirci».

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