Dei libri di Levante La Repubblica ha scritto che “parlano dritto al cuore dei lettori”.
Ed è anche quello che è successo ieri sera sul palco dell’Ariston, calcato per la prima volta da Levante con un inno alla diversità che fa Tiki bom bom.
È una diversità per tutti quella messa in musica da Levante, un coro a quattro voci che canta all’unisono mentre tutto il mondo muove il fianco su un altro sound.
La Tiki bom bom di Levante sembra essere in dialogo ideale con il Me ne frego di Anchille Lauro: se da una parte il novello San Francesco (in attesa delle future incarnazioni) canta senza peli sulla lingua
Fai di me quel che vuoi
Non mi sfiora nemmeno
Me ne frego
Me ne frego
Dimmi una bugia me la bevo
Sì sono ubriaco ed annego
O sì me ne frego davvero
dall’altra una più sofisticata Levante dà vita a quattro personaggi, outsider per diversi motivi: c’è chi è rimasto da solo perché stanco di seguire il branco; c’è chi si è arresa troppe volte e ormai non ce la fa più; c’è la “femminuccia” della classe a cui viene chiesto continuamente di “provare a fare il maschio” e c’è chi è stanca di sentirsi dire che quella gonna è troppo corta.
«È una lettera a quattro persone che mi piacciono. C’è la mia visione, la descrizione delle loro fragilità, e poi quella che il mondo ha di loro. È una lettera rassicurante per dire che la diversità è ricchezza. Canto di chi resta indietro ma anche di chi vuole rimanerci, gli ultimi con orgoglio, quelli che si sentono poco capiti, messi in disparte ma si sanno fare forza.»
Il potere delle parole nei libri e nella musica di Levante
Proprio come per i personaggi dei suoi libri, l’identificazione con chi si sente in un qualche modo diverso è stata immediata e cercando su twitter l’hashtag #Tikibombom sono tantissimi i tweet di chi ringrazia Levante per avergli dato voce.
Come Anita, la protagonista di Se non ti vedo non esisti, dilaniata da quella voglia di mangiarsi ogni attimo come fosse l’ultimo e di scappare a gambe levate non appena qualcuno minaccia di metterla in gabbia, incompresa dalla madre e dalla sorella.
O come Anna, la protagonista di Questa è l’ultima volta che ti dimentico che per sfuggire agli sguardi e ai giudizi della gente ha imparato a volare via danzando sulle punte.
In entrambe i casi, come canta Levante, si tratta di luci di un’altra città, del vento e non della bandiera, di noi, solo noi.