«Avevo un po’ di spirito di avventura, questo credo sia naturale – dice Karim – ma non ho fatto per quello la scelta di andare a combattere. La vera motivazione era partecipare alla resistenza di Kobane che stava per crollare: l’ho visto con i miei occhi”. Gli parlo via Skype mentre è in Iraq. È calmo, ha molto più controllo di quello che ti immagini possa avere un ragazzo di 26 anni sbattuto da mesi su un fronte di guerra. Karim si è fatto l’addestramento assieme a gruppi di ragazzine di sedici anni. È diventato un cecchino, un soldato dell’Ypg, la milizia curda di Kobane. Nome di battaglia: Marcello.»
Su La Repubblica Roberto Saviano parla di Il combattente, di Karim Franceschi.
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