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Quanti migranti sono nostri parenti?
Scritto da:
Redazione BookToBook
14 Dic 2017
Con Sangue giusto Francesca Melandri solleva una questione che forse non siamo ancora così pronti a volerci porre: quanti migranti sono nostri parenti? Se lo chiede Pietro Veronese in un bellissimo articolo apparso su Repubblica:
«L’aver collegato nella costruzione del racconto il passato dell’Italia coloniale al presente della grande migrazione africana è il colpo di genio di Sangue giusto.»
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Lo scorso 2 dicembre al Torino Film Festival è stato presentato Pagine nascoste, docufilm di Sabrina Varani che prende le mosse dal nuovo romanzo di Francesca Melandri.
Di cosa parla Sangue giusto, il nuovo libro di Francesca Melandri
Roma, agosto 2010. In un vecchio palazzo senza ascensore, Ilaria sale con fatica i sei piani che la separano dal suo appartamento. Vorrebbe solo chiudersi in casa, dimenticare il traffico e l’afa, ma ad attenderla in cima trova una sorpresa: un ragazzo con la pelle nera e le gambe lunghe, che le mostra un passaporto. «Mi chiamo Shimeta Ietmgeta Attilaprofeti» le dice, «e tu sei mia zia.» All’inizio Ilaria pensa che sia uno scherzo. Di Attila Profeti lei ne conosce solo uno: è il soprannome di suo padre Attilio, un uomo che di segreti ne ha avuti sempre tanti, e che ora è troppo vecchio per rivelarli. Shimeta dice di essere il nipote di Attilio e della donna con cui è stato durante l’occupazione italiana in Etiopia. E se fosse la verità? È così che Ilaria comincia a dubitare: quante cose, di suo padre, deve ancora scoprire? Le risposte che cerca sono nel passato di tutti noi: di un’Italia che rimuove i ricordi per non affrontarli, che sopravvive sempre senza turbarsi mai, un Paese alla deriva diventato, suo malgrado, il centro dell’Europa delle grandi migrazioni.Con Sangue giusto Francesca Melandri si conferma un’autrice di rara forza e sensibilità. Il suo sguardo, attento e profondissimo, attraversa il Novecento e le sue contraddizioni per raccontare il cuore della nostra identità.
Del libro i lettori hanno detto:
«Era tanto che un libro non mi appassionava così. Uno squarcio nella coltre che copre il colonialismo italiano che aiuta a capire l`Italia che siamo diventati con un continuo rimbalzare tra i giorni nostri e quelli passati. Scritto magistralmente, lettura avvincente. Da leggere assolutamente.» Barbara69, 5 stelle su Amazon
«La memoria rimossa dei massacri italiani in Africa intrecciata con l’attualità della immigrazione, tutto in forma di romanzo molto ben scritto e avvincente.» C., 5 stelle su Amazon