Classe ’76, ciuffo di capelli davanti agli occhi, e tantissimo sarcasmo: Giuseppe Peveri, in arte Dente, è uno tra i più amati cantautori italiani degli ultimi anni. Con un soprannome che gli diede lo zio quando aveva tredici anni, Dente ha disseminato nella sua musica giochi di parole e indovinelli, firmando cinque album (il primo nel 2006).
«Le Favole per bambini molto stanchi di Dente sono un universo di pianeti curiosi e impertinenti, che rifiutano la logica, giocano con la morale, rovesciano le leggi della fisica e della sintassi. Eppure, come accade nella vita di tutti i giorni, i personaggi che li abitano si innamorano e si odiano, si parlano e non si capiscono, sono fragili e un po’ spietati.» Non ti sembra abbastanza incredibile? Ti diamo altri tre motivi per leggerlo, allora.
1. Per avere una favola adatta a ogni momento. Ci sono quelle tristi e quelle d’amore. Quelle con finale a sorpresa e quelle che non si capiscono (ma sono poche, solo dieci). Quelle con dentro le parole e quelle con gli animali. E su ognuna, di qualunque genere sia, riuscirai a fantasticare parecchio.
2. Per le illustrazioni di Franco Matticchio, che è illustratore (appunto), autore di fumetti e pittore. Sui disegni sembra pensarla come Dente riguardo alle parole. «I disegni migliori sono quelli che non si capiscono», ha detto. Immagina solo cosa possono aver creato insieme, questi due.
3. Per ridere molto, rimanendo serissimi. Dove altro puoi incontrare una capra dislessica, un mangione sbadato e un canguro digiuno? È impossibile che ti succeda altrove. Anche per questo con Favole per bambini molto stanchi Dente punta al Nobel per la pace.
Questa favola va letta ad alta voce
Così anche nel buio
La favola si vede
Fine.