Il bullismo è come una fiamma che divampa e brucia tutto
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Redazione BookToBook
03 Feb 2020
Che si tratti di bullismo reale o virtuale una cosa è certa: non puoi permetterti di dire o postare qualsiasi cosa ti passi per la mente.
Una frase sbagliata è come una scintilla: può bastare a scatenare un incendio.
Così come un post sui social può bruciare una vita intera.
È il caso di Anna, la protagonista de Il fuoco, che a 15 anni ha lasciato la sua casa natale a Birmingham per trasferirsi in un piccolo paesino della Scozia a causa della morte del padre avvenuta per un tumore.
Dopo la morte del padre Anna ha cominciato a vedersi con un ragazzo della sua scuola, che conosceva, di cui si fidava e con cui sentiva di potersi confidare e sfogare.
Le era sembrato piuttosto bizzarro che questo ragazzo, di punto in bianco, le chiedesse una foto in topless ma non vedeva ragioni per dirgli di no, sicura che avrebbe tenuto le foto per sé.
Ma quando le richieste divennero troppo esplicite, Anna rifiutò di mandare altro materiale e questo innescò la scintilla: il ragazzo pubblicò le foto online. Disponibili per tutti.
Il livello di abuso e umiliazione che Anna subì fu incredibile, soprattutto perché nessuno sembrava essere dalla sua parte: nessun amico le telefonò, lasciandola isolata a scuola.
Di lì a poco Anna cominciò a essere chiamata nei peggiori modi possibili da quelle che, fino al giorno prima, aveva ritenuto essere sue amiche e l’unica soluzione possibile per porre fine a questi episodi di bullismo fu il trasferimento.
Una nuova scuola, una nuova città, un nuovo cognome e, soprattutto, niente profili social.
Così non sarebbe rimasto niente che avrebbe potuto collegare Anna alla sua vecchia vita.
E a quell’incidente.
O almeno è quello che credeva, fino a quando la scintilla non cominciò ad ardere di nuovo.
Laura Bates e il bullismo
L’autrice de Il fuoco, Laura Bates, è la fondatrice del progetto Everyday Sexism, una raccolta di storie di donne da tutto il mondo sulle esperienze di discriminazione sessuale e bullismo.
Scrive su diversi giornali, tra cui “Time”, “The Guardian”, “The Independent”, esponendo il suo pensiero sulle tematiche femministe per cui combatte e per le quali ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui anche la British Empire Medal, assegnata dalla Regina per meriti civili e militari.
Leggi l’incipit de Il Fuoco
Quando avevo undici anni, il mio insegnante di inglese mi disse che il fuoco è come una tigre: immagino ci stesse facendo una lezione sulle similitudini. Affermò che una tigre è arancione e feroce e balza in avanti, e che può essere bellissima, ma anche letale.
Mr Watson si sbagliava.
Il fuoco è mille volte più letale di una tigre: non lo puoi fermare con una pallottola, o un recinto, e distrugge tutto ciò che incontra sulla sua strada.
Una sola, minuscola scintilla divora l’ossigeno e brucia sempre più calda, ingrandendosi all’infinito.
Tutto ciò di cui si nutre ne diventa parte integrante, come un mostro che si gonfia e si dilata nel fagocitare la sua preda.
Ma il fuoco non è il male. Non è il bene. È solo fuoco.
Non sto dicendo di saperla più lunga di Mr Watson, ma secondo me avrebbe avuto molto più senso se avesse detto che il fuoco è come un pettegolezzo.
Perché il fuoco è subdolo. Puoi anche pensare di averlo spento, ma una scintilla nascosta, un solo sbuffo di fumo è sufficiente per farlo tornare in vita.
Soprattutto se qualcuno sta lì a guardare, aspettando l’occasione per alimentare le fiamme.