Judith Kerr è stata una di quelle autrici che travalicano i generi, riuscendo a raccontare storie a qualsiasi tipo di lettore.
Con il suo celeberrimo Quando Hitler rubò il coniglio rosa raccontò a grandi e piccini di tutto il mondo l’infanzia rubata per sempre da Hitler nella Germania nazista.
Protagonista di quello che forse è il romanzo più famoso di Judith Kerr sono due bambini, Max e Anna, figli di un intellettuale ebreo critico del regime nazista.
Suo padre, alla vigilia delle elezioni, ha preparato un piano di fuga per l’intera famiglia e quando arriva il momento di scegliere cosa portare con sé nel viaggio, la piccola Anna, convinta che tutto sarebbe stato splendido nella nuova casa, lascia in Germania un coniglio rosa che non vedrà mai più.
Quando Hitler rubò il coniglio rosa non fu l’unico romanzo dell’autrice che proseguì nel 1975 con La stagione delle bombe oltre all’altrettanto celebre fiaba Una tigre all’ora del tè.
Ricordando l’Olocausto, Judith Kerr disse: «Se hai avuto una vita che a così tanti è stata negata, non puoi sprecarla.»
Le citazione da Quando Hitler rubò il coniglio rosa di Judith Kerr
Chi ruba sogni e conigli, chi sottrae liete corse e sogni festosi ha terribili baffetti di un tiranno mostruoso.
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I terribili tiranni con i baffetti cambiano la vita di tutti perché ci sono molto persone che li vogliono imitare, nel loro piccolo. In una dittatura ci sono capit di condominio che hanno gli stessi baffetti del loro tiranno, ci sono spie dentro le edicole e nelle biglietterie, ci sono schiavi, pronti a denunciare, nelle portinerie e nelle scuole materne.
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I dittatori non cambiano mai, però sono diversi i loro metodi, sono vari e nuovi gli strumenti di cui si servono.
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Se non hai una casa tua, allora devi stare con la tua famiglia.
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Anna rimase lì seduta tutto il tempo con aria triste e sconsolata, pensando a quello che avrebbero potuto fare se fossero rimasti a Berlino. Heimpi avrebbe preparato una torta con le fragole. Avrebbe invitato perlmoneo venti bambini, e ognuno avrebbe portato un regalo. A quest’ora sarebbero stati tutti a giocare in giardino. Poi sarebbe arrivata l’ora di fare merenda e le candelina della torta.
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“Il tuo quest’anno è un buffo compleanno” disse la mamma, vedendole quella faccia. “Ma ormai sei troppo grande per dare importanza ai regali.” Però a Mx non l’aveva detto, quando aveva compiuto dieci anni. E poi non era un compleanno qualsiasi, pensò Anna. Era il suo primo compleanno con due numeri.