Perché The Loop potrebbe diventare la nostra prossima ossessione
Scritto da:
Redazione BookToBook
15 Mag 2020
Una nuova trilogia è in lavorazione. Un produttore di Black Mirror è già all’opera e The Loop potrebbe essere il prossimo blockbuster.
Ben Oliver ha scatenato il delirio la scorsa primavera quando la sua nuova opera di debutto di genere distopico – la prima di una trilogia pianificata – ha riscosso un ampio scalpore nel mondo degli YA.
Quando le acque si sono calmate, Ben Oliver ha firmato un accordo clamoroso sia con Scholastic (l’editore anche delle serie iconiche di Harry Potter e Hunger Games) sia con il produttore Louise Sutton, vincitore degli Emmy per Black Mirror, per una possibile trasposizione seriale del suo romanzo.
Più di un anno dopo, i lettori hanno finalmente potuto scoprire cosa fosse tutto quel clamore. The Loop sposa la classica narrazione YA con un una ricerca di argomenti forti e attuali. Il tutto si svolge in un futuristico braccio della morte per adolescenti, in cui ogni detenuto ha l’opzione di posporre la sua data di esecuzione se lui sceglie di diventare una cavia per esperimenti scientifici e medici. Uno di questi condannati, l’ingiustamente imprigionato Luka Kane, inizia a sentire udire voci di guerra.
Quando l’intelligenza artificiale prende il controllo del mondo esterno, realizza che l’evasione dal Loop potrebbe essere la sua unica possibilità di sopravvivere.
Qui di seguito riportiamo parte dell’intervista di Ben Oliver rilasciata a EW
Da dove nasce l’idea di The Loop? Come si è evoluta?
Ben Oliver: L’idea di The Loop nasce da molti posti diversi. L’idea principale è venuta dalla mia leggera tecnofobia. La tecnologia può essere una cosa fantastica, specialmente nel campo delle scienze mediche, ma è anche insidiosa, coinvolgente e pericolosa. Io penso che parte del lavoro dello scrittore di fantascienza sia guardare al futuro e chiedersi “qual è il peggior scenario?”. Quando guardo l’intelligenza artificiale, social media e sorveglianza, io vedo molti scenari preoccupanti! Ho provato a includerli tutti in The Loop.
Questo è un libro YA che affronta temi molto importanti. Puoi parlarci dell’equilibrio tra le esigenze del genere e il tipo di idee e messaggi che volevi esplorare?
Ben Oliver: Quando mi sono seduto a scrivere The Loop, il mio obiettivo era di scrivere una storia divertente e piena d’azione. I temi e i messaggi sottostanti sono emersi davvero durante la seconda o la terza bozza. Non mi sono seduto con lo scopo di scrivere un racconto per mettere in guardia dalla tecnologia, o con lo scopo di condurre uno studio sulle crescenti divisioni tra ricchi e poveri. Ma quando ho letto quello che avevo scritto, ho capito che questi temi erano lì e ho riscritto il libro per enfatizzarli. C’è un po’ di equilibrio perché è importante ricordare che lo scopo principale del libro è quello di catturare il lettore dall’inizio fino alla fine.
Trattandosi di un debutto, come proporresti questo libro a un nuovo potenziale lettore? Cosa diresti per conquistarlo?
Ben Oliver: The Loop è un libro a carattere distopico con elementi di fantascienza, ambientato in una prigione mortale per giovani criminali. La prigione è gestita da un’intelligenza artificiale che controlla i meccanismi di tutta la struttura… poi qualcosa comincia a non funzionare: il governo smette di far cadere la pioggia, cominciano a sentirsi voci su una possibile guerra del mondo esterno e poi la gente inizia ad ammazzarsi a vicenda.
Sta a Luka – un ragazzo di sedici anni con una sentenza di morte – e ai suoi compagni di cella decidere di evadere dalla prigione per capire cosa sta succedendo e fermarlo..
Infine, non si poteva prevedere il lancio di un libro in queste circostanze. Qual è la sensazione?
Ben Oliver: questo è un momento veramente strano per pubblicare un libro, specialmente con tutte le librerie chiuse! Ma la cosa più importante è – ovviamente – assicurarsi che tutti siano al sicuro. Le librerie riapriranno, il mondo tornerà normale. Fino ad allora, noi dobbiamo continuare a fare tutto il possibile per assicurarci che questo virus sparisca per sempre… e magari leggere qualche libro durante l’isolamento.
L’intervista completa la trovi su EW.