Mila ha dodici anni, un grande fiuto per i misteri e fa talmente tante domande da essersi guadagnata il soprannome di Perguntadora. Quello che non immagina, però, è che il viaggio che sta per intraprendere negli Stati Uniti con il padre la porterà alla sconcertante e affilata scoperta delle ombre e delle bugie degli adulti. Se anche nella tua testa i punti interrogativi non smettono mai di ronzare ti proponiamo tre ragioni – o meglio, tre domande – per leggere Fai finta che io non ci sia, di Meg Rosoff.
1. Perché è così difficile essere onesti? Se lo chiede spesso, Mila, osservando il modo in cui gli adulti nascondono verità evidenti: le sembra una fatica inutile costruire verità parziali e bugie belle e buone, anzi che dire semplicemente le cose come stanno. Ma è davvero possibile essere totalmente trasparenti?
2. Perché sentiamo il bisogno di avere dei segreti? Mila si trova negli Stati Uniti insieme al padre, alla ricerca di un suo amico che è scomparso senza dire una parola, abbandonando la famiglia e il cane. Con grande senso pratico, stila una lista di ragioni per cui qualcuno dovrebbe comportarsi in questo modo. E poi pensa: «Molte di queste motivazioni mi mandano in confusione. Perché uno non dovrebbe dire alla propria moglie che ha perso il lavoro? E che c’è di male ad avere una crisi religiosa? Un giorno queste cose le capirò meglio. Al momento posso solo riflettere e farmi le mie opinioni.»
3. Qual è il momento in cui si smette di essere bambini? Alla fine del viaggio, Mila capisce che, una volta imparate certe cose, essere bambini non è più possibile. Ci sono paure per le quali nessuno ci può consolare, ciascuno fa i conti con le proprie in solitudine. Mila sa già quali saranno le sue. Ma ha pur sempre dodici anni: c’è ancora un po’ di tempo per lasciarsi consolare.
In teoria avrei voluto una vita trasparente. Avrei voluto che fosse limpida come una lastra di vetro mai toccata, che non ci fosse nulla di cui vergognarmi e nessuna ombra. È questo che avrei voluto. Ma se voglio completamente essere onesta, devo ammettere di avere dei segreti troppo dolorosi persino per me stessa.