Sceneggiatore, regista, romanziere e traduttore: non è facile pensare a qualcuno eclettico quanto Edoardo Nesi. Ha cominciato la sua carriera traducendo racconti, saggi e romanzi di autori come Bruce Chatwin, Stephen King, Quentin Tarantino, per regalarci poi la versione italiana delle immortali 1433 pagine di Infinite Jest di David F. Wallace. Ha vinto il Premio Strega 2011 con Storia della mia gente, e torna in libreria con il suo nuovo romanzo, L’estate infinita. Ti diamo tre ragioni per leggerlo.
1. Per un viaggio su una macchina del tempo formidabile. L’estate infinita riesce a ricondurci al ricordo potente e lieve di un passato prossimo colmo di un futuro che non finiva mai. Ci riporta in un’Italia innamorata della vita e delle sue passioni, talentuosa e frenetica, laboriosa e sventatissima: l’Italia migliore di sempre. Il viaggio comincia nell’estate del 1972.
2. Per una saga familiare indimenticabile, attraverso la quale scopriamo una nazione giovane, ambiziosa e coraggiosa. Seguiamo le storie di cinque personaggi che vivono in un periodo fortunato, in cui si soffriva solo – ma tanto – per amore: sono fragili, emotivi, nonostante tutto intorno a loro sembri dire che non si può essere altro che forti, invulnerabili.
3. Per scoprire l’eroismo del piccolo imprenditore: «Senza di loro l’Italia non sarebbe nulla! La mattina si svegliano e partono come razzi, e lavorano tutto il giorno e tornano a casa quand’è buio, stanchi morti, appena in tempo per cenare tutti insieme e guardare la televisione e addormentarsi, e la mattina ripartire e così via, per anni e anni, felici senza neanche saperlo, d’essere felici», per dirla con le parole usate nel romanzo, che «celebra la figura letteraria bandita dal gusto dominante» (Pierluigi Battista, sul Corriere della Sera).